Una nota congiunta diffusa il 25 febbraio 2025 dalle associazioni OIKOS Trani APS e CODACONS Trani aveva sollevato un caso che rischia di trasformarsi in un vero e proprio scandalo amministrativo: il depotenziamento progressivo del Presidio Territoriale di Assistenza (PTA) della città.

L’iniziativa delle associazioni è scattata in seguito alla pubblicazione della delibera ASL BAT n. 135 del 29 gennaio 2025, con la quale è stata omologata la spesa per i laboratori ospedalieri di Andria, Barletta e Bisceglie, ignorando completamente quello del PTA di Trani, pur presente nelle precedenti pianificazioni.

Il caso del laboratorio analisi mai attivato

La delibera del 2021 per l’aggiudicazione della fornitura di sistemi diagnostici, nonostante includesse Trani tra i laboratori destinatari, ha di fatto escluso il laboratorio del PTA tranese, mai attivato. Una procedura avviata nel 2020, con una richiesta esplicita della ASL alla Regione nel 2022, non ha mai avuto seguito, lasciando l’utenza senza un servizio essenziale.

«Il laboratorio di Trani è stato chiuso, quello di Canosa è attivo. Eppure entrambe le strutture erano oggetto di richiesta congiunta da parte dell’ASL già nel 2021», denunciano OIKOS e CODACONS.

Impatti concreti su pazienti fragili

L’assenza del laboratorio diagnostico presso il PTA di Trani ha gravi ripercussioni sulla qualità dell’assistenza, specie per gli interventi in day-surgery. «I pazienti devono rivolgersi – spiegano – a strutture private o recarsi in altre città, con costi e disagi notevoli, in particolare per anziani, disabili e donne in gravidanza».

Oculistica trasferita, fondi spesi altrove

Al centro delle critiche anche il trasferimento dell’ambulatorio oculistico, costato oltre 2 milioni di euro in lavori di rifunzionalizzazione e oggi spostato a Bisceglie. Le associazioni ricordano l’enfasi con cui si annunciò l’installazione dell’arco sterile: «Ci domandiamo dove sia finito», si legge nel comunicato.

Lungodegenza, lavori fermi da mesi

Infine, il terzo piano del PTA, destinato alla lungodegenza, è oggi un cantiere bloccato. I lavori, avviati con ritardo, sarebbero dovuti terminare nell’ottobre 2024, ma risultano inspiegabilmente fermi. Le associazioni avvertono: se l’impresa incaricata non rispetta i tempi, l’aggiudicazione può essere revocata.

«La mancata attivazione di opere pubbliche costituisce fonte di responsabilità erariale. Se le risposte continueranno a mancare, non escludiamo una segnalazione alla Corte dei Conti», concludono Antonio Carrabba (OIKOS Trani APS) e l’avv. Nicola Ulisse (CODACONS Trani).