Un po’ occasione persa, un po’ creatura nata male, un po’ bruttarella, diciamolo, un po’ struttura poco consona al quadro estetico in cui era stata calata (palazzine ottocentesche accanto ad un profilo ultramoderno, quindi piccolo “pugnetto” nell’occhio. A fronte di questa “montagnetta” di sfumature di grigio nero tragiche, sta il peso maggiore che grava sui tranesi e, di riflesso, su chi li governa: nel rapporto tra spesa e resa finale, pur con qualche manifestazione che oggettivamente è stata ospitata, la voce che incombe sul bilancio è una sola: spreco. Un po’ per i soldi immessi nell’operazione, un po’ perché si è trattato, anche a livello morale e culturale, in questo ha ragione il Manager Nostro, di un’occasione sprecata anche dalla Città. Spreco materiale per i soldi e spreco morale per il cattivo utilizzo: pochi eventi, riduzione a pisciatoio e piccolo luna park per vandali e cannaioli. La tendenza finisce nelle voci al passivo. Il sindaco ha detto che lo farà smontare, ma non è detto che questo voglia dire annullamento definitivo. Bottaro è un politico che ha imparato a barcamenarsi nella Trani paludosa della mediocrità (anche per una classe politica simbolo di nullità) ma non è un nichilista. Magari da buon partenopeo riesce a riciclare la creatura nata male e finita peggio ed a “rivendersela” riproponendola, specie con la bella stagione, in qualche altro contesto. Ma senza sorveglianza, data la natura della struttura che tende a presentare una conformazione chiusa, non spingerà certo alla meditazione, al nascondimento, all’intimismo magari poetico teatrale, ma alle canne fumate di nascosto, alle pipì clandestine, alle pomiciate tra fidanzati o all’ennesimo strappo da vandali. A quel punto meglio rottamare tutto e rassegnarsi allo spreco.

Ps: a propsito, che fine hanno fatto le quattro bici elettriche targate sempre Duc, acquistate in illo tempore? Stanno nel garage insieme al cartellino relativo al costo di tutte e quattro? (10.000 euro più Iva sarebbe la somma sborsata che ci hanno riferito).