Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Pasquale De Toma, capogruppo consiliare Forza Italia Trani:

«È da settimane che avevo intenzione di intervenire sulla situazione sempre più insostenibile che riguarda la sanità pubblica a Trani.
Ogni giorno, da anni, mi giungono segnalazioni di disservizi, richieste di aiuto spesso disperate, denunce di mancate assistenze laddove sarebbero previste per legge, da parte di tanti cittadini che non sanno davvero come andare avanti nella gestione della propria salute, sia nella quotidianità – in presenza di patologie croniche gravi – sia nell’emergenza.
Oggi, dopo la grave denuncia, quasi il grido di accusa di un gruppo di cittadini – la maggior parte dei quali medici e operatori sanitari, alcuni in attività, altri che avevano reso in passato un piccolo gioiello l’ospedale San Nicola Pellegrino – non posso che unirmi a loro, sostenendo con forza quanto hanno richiesto per la nostra Città.
Al di là di facili proclami, nel senso che sia facile dir male di una situazione come quella di Trani, “scippata” del suo ospedale con quello che da subito è apparso un tradimento bello e buono della politica regionale e comunale, ho cercato di andare a fondo delle ragioni di questa situazione.
C’è un decreto ministeriale, il n. 77 del 2022 sullo sviluppo della medicina territoriale: ma che risultati ci sono rispetto a questa legge?
Cosa si sta facendo realmente per il potenziamento della medicina territoriale come indicato da essa?
Come ci si è attivati per la gestione delle liste di attesa?
I malati oncologici affetti da patologia cronica grave che necessitano di controlli periodici e costanti si trovano a dover lottare con le liste d’attesa, controlli che finiscono con l’essere fissati anche a un anno di distanza dalla richiesta.
L’attesa della realizzazione del “grande ospedale” in territorio Bisceglie – Molfetta non sarebbe dovuta essere compensata da un Pronto Soccorso di eccellenza – come approvato da una Delibera di Consiglio Comunale votata all’unanimità, la n.65 del 17/5/2018, di cui mi sono onorato di essere il primo firmatario nonché relatore, poi sparita nel nulla – in grado di intervenire clinicamente sui pazienti urgenti o anche non urgenti?
Può l’assistenza sanitaria ai cittadini attendere la costruzione della grande struttura ? La situazione nella BAT è a dir poco critica, e in presenza di un progetto approvato ma di lavori neanche iniziati, quello che ne consegue è che negli ospedali della BAT, dove si riversano i cittadini tranesi, come denunciato da medici e operatori sanitari, quel che avviene nei pronto soccorso (parliamo di Andria, Bisceglie e Barletta) è a dir poco drammatico, con barelle “parcheggiate” per giorni come nei periodi peggiori del covid.
Resta del nostro ospedale uno scatolone vuoto, una bellissima struttura che dovrebbe avere una funzione che non c’è, ormai rassegnati al fatto che un ospedale per ammalati “acuti” non potrà esserci mai più.
È evidente quanto l’ex Ospedale San Nicola Pellegrino dovrebbe avere una funzione che non è messo nelle condizioni di svolgere.
Il protocollo d’intesa in cui ne venivano elencate in gran numero le funzioni, in realtà conteneva in gran parte funzioni già attive nel Distretto: quasi una presa in giro collettiva per poterlo chiudere senza troppe proteste.
A tutt’oggi , infatti, nessun posto letto, nessun Direttore del PTA, nessun piano di produzione: ragion per cui, nell’ambito di una grande sofferenza del sistema nazionale sanitario – nel quale è innegabile una maggiore sofferenza al Sud – la situazione della BAT, e di Trani in particolare, è davvero raccapricciante.
La necessità di una attenta direzione dell’Azienda Sanitaria si ravvisa in diversi esempi, e, tra questi, ne cito uno a caso: dalle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità i punti nascita dovrebbero avere un bacino di almeno mille nascite l’anno.
Sotto i mille parti andrebbero preferibilmente chiusi e, sotto i cinquecento, vanno inderogabilmente chiusi, poiché non ci sarà mai in esso la necessaria esperienza per gestire con sicurezza casi difficili ed imprevisti con l’opportuna abilità ed affidabilità.
Ora, mi chiedo con quale logica nella BAT ci siano ben tre punti nascita tra Bisceglie, Barletta e Andria, laddove in tutta la BAT ci sono solo circa millecinquecento nuovi nati l’anno?
In conclusione, a mio parere, il Diritto alla Salute non deve avere un colore politico: certo, quanti avrebbero potuto salvaguardarlo – in tempi opportuni – ,non solo non hanno fatto nulla, anzi, hanno contribuito a calpestarlo. Ritengo che solo un impegno congiunto in un leale gioco di squadra potrà realizzare l’obiettivo di garantire al meglio quel diritto.
Lo richiedo, come ho già fatto nelle sedi istituzionali preposte, a tutti i miei colleghi del Consiglio comunale, al Sindaco e alla Giunta Comunale: tutti, lealmente, insieme, per il bene di tutti i Cittadini.
Per il bene di Trani».