C’è una trama ed una storia col copione fisso da qualche anno a questa parte. Una tragedia scritta a più mani e piedi: le mani di quelli che guidano: sul volante. I piedi di quelli che corrono: sui pedali. Le mani di chi sta sulle poltrone: sulle scrivanie senza scrivere atti adeguati a rendere quelle certe strade più sicure. E poi le mani ed i piedi delle vittime: rispettivamente intrecciate e stesi, nel finale tragico più volte scritto e firmato col sangue. Il problema è che c’è sempre un post finale tragico, ma troppo tardivo: i provvedimenti presi solo dopo i morti: i dissuasori, una maggiore illuminazione, i contatori di velocità, che ti scrivono pure se hai superato il limite, i velobox, le telecamere, gli autovelox e tanto altro. Così fu per la strada che porta alle Mattinelle (quattro morti, almeno in poco più di trent’anni, e l’ultima era una ragazzina), così fu per via Andria, allargata dopo 60 anni di attesa e molti morti. Così sarà, finalmente, ma sempre troppo tardi, perché già troppe morti si sono materializzate, per via Corato. L’ultimo della serie,è stato il nostro concittadino Riccardo. Seguirà dissuasore o autovelox alla memoria?