Provvedimenti votati in anticipo rispetto alle canoniche tabelle di marcia, rinvii a giudizio che passano inosservati, finanziamenti persi addebitati all’oroscopo avverso e al gatto nero che ha attraversato la strada davanti all’auto dell’assessore.
Dinanzi a tutto questo l’opposizione tranese, consiliare ed extra consiliare, ricorda quei piccoli insetti dotati di piccola corazza, ma poi facili da sopprimere con colpo secco o due grammi di veleno. La piccola corazza è costituita dai due consiglieri Ferri e Di Leo, volenterosi, preparati, puntuali. Ma una volta passato lo strato di quella sottile “corazza”, ecco il vuoto, l’animale senza sostanza, anzi, nel peggiore dei casi, pure qualche rimasuglio di carne marcia, per il persistere di qualche cellula post fascista, qualche lamentela nostalgica, nulla di più. Nell’esame autoptico dell’animaletto puoi trovare al massimo qualche piccolo parassita che sperava di tornare a succhiare vita e potere, soldi e incarichi, da un ritorno in poltrona di forze ora all’opposizione o in qualche viscido pseudo movimento. Fuor di metafora, resta poco a questa opposizione: qualche discorso, almeno scritto bene, ma sempre per pochi, per aitanti nostalgici  sempre pochi, in posa dignitosa ma foriera di tenerezza con bandiera del MSI) ed interisti arrapati di vittorie (due scudetti in 13 anni) dal balcone di “Palazzo Facebook Venezia” di Pinuccio Tarantini; qualche moderato che sfrutta ancora questo nobile nome (appartenuto alla storia politica di questo Paese) per studiare come tira il vento e buttarsi sul carro del prossimo vincitore; qualche ex nobile decaduto, che spera sempre in improvvise e provvidenziali “botte di culo”, per ritornare in auge.
Dinanzi a questo panorama, Bottaro ed i suoi posteri di manzoniana memoria, ma anche il suo posteriore, possono rimanere a dormire ( in tutti i sensi), sonni tranquilli.
Peccato per Trani. Nel prossimo articolo vi spiegherò dov’è il peccato. Seguitemi per altre novelle di disastri.