Ancora una volta la ricerca nel campo delle malattie del sangue segna importanti risultati in grado di cambiare le prospettive di cura dei pazienti. È il caso dell’ematologia pugliese, riunita nella Rete Ematologica Pugliese. Un’eccellenza che nel corso degli anni è riuscita ad azzerare la mobilità passiva, consentendo così ai pazienti di curarsi a casa. È quanto emerso durante il congresso “Attualità in ematologia” che si è tenuto a Trani nei giorni scorsi.

“La mobilità a saldo zero – ha detto il dottor Giuseppe Tarantini, Direttore del reparto di Ematologia dell’ospedale Dimiccoli di Barletta e responsabile scientifico – significa che i pazienti pugliesi che vanno a curarsi fuori regione sono compensati da quelli che vengono da altre regioni a curarsi qui in Puglia. Oggi il paziente non è più costretto al ‘viaggio della speranza’ in regioni del Nord Italia per essere curato e sa che, a qualunque centro si rivolge, è certo di ricevere lo stesso trattamento. Sappiamo bene che il girovagare dei pazienti tra gli ospedali scaturisce dalla paura. Ma quando il parere è lo stesso in ogni regione ci si rende conto che si è sulla strada giusta. Questo fa sì che la spesa risulti, in realtà, un investimento”.

La Rete Ematologica Pugliese si conferma dunque affidabile e produttiva per la Sanità regionale. “Diamo come dato ormai acquisito – ha continuato il dottor Tarantini – parlare di Rete Ematologica Pugliese, non è assolutamente così in altre regioni d’Italia. Il fatto che gli ematologi pugliesi vivano di una sana e amichevole competizione e abbiano scelto di mettersi insieme e offrire alla Regione Puglia un network di specialisti, è un elemento che ci rende orgogliosi”.

Il congresso  è stato un’occasione di confronto su tutte le più importanti novità in tema di cura delle malattie del sangue. “È stato un momento utile per verificare i dati numerici e per renderci conto anche di ciò che va migliorato nella organizzazione dell’assistenza dei pazienti ematologici e di tutti gli strumenti”. Il Dimiccoli di Barletta è diventato sempre più un polo oncologico, a metà strada fra il Policlinico di Bari e l’ospedale di San Giovanni Rotondo. Un punto di riferimento non solo per la sesta provincia pugliese e per la Puglia ma per l’Italia intera. Quello a Trani è stato l’ultimo congresso di ematologia del 2023 ed è stato anche il primo dopo il 65esimo meeting annuale della Ash, la società americana di ematologia, che si è tenuto nei giorni scorsi a San Diego, in California, e al quale ha partecipato anche il dottor Tarantini.

Durante la due giorni, a cura di E20econvegni, segreteria organizzativa e provider del congresso, si è parlato anche di leucemia linfatica, acuta e mieloide, di neoplasie ematologiche e del mieloma multiplo. Tra i temi al centro del dibattito quello di creare le condizioni favorevoli per la presa in carico del paziente, tracciando il miglior percorso terapeutico per ridurre la mobilità passiva per le malattie ematologiche.

“In Puglia – ha spiegato il dottor Tarantini – siamo in grado di offrire le più avanzate terapie. Il paziente ha tutto ciò che gli serve gratuitamente e questo è un altro elemento fondamentale. Sappiamo bene cosa significa pagare un ricovero per procedure di questo genere”.

Dalle malattie ematologiche, dunque, si guarisce. “Oggi avere un tumore non significa morire come si crede ma spesso si può sopravvivere a lungo, in ematologia si può tecnicamente anche guarire, grazie ai progressi che questa disciplina raggiunge.

Oggi abbiamo la categoria dei lungo-sopravviventi: il 50% delle donne che ha una neoplasia ha la stessa aspettativa di vita di chi non ha mai avuto un tumore. Negli uomini questa percentuale si riduce al 40% ma è comunque una percentuale significativa”.