Scene grottesche a Trani alla faccia dei poveri alberi stroncati.
Alberi ormai tagliati e solo dopo è partita una discussione sospesa tra social e comunicati stampa. Da premettere, come già scritto nelle Pagelle di sabato, che in passato, nel recente passato, erano stati spesi fior di quattrini per la manutenzione del verde non solo con risultati imbarazzanti, ma ora addirittura con la segata indiscriminata di tanti alberi. Da pre- premettere che per ogni albero tagliato c’è bisogno per legge di una relazione scritta e per etica e morale pubblico- politica di un parere dei cittadini, degli ambientalisti, quelli veri, non i poltronisti, della Consulta ambientale. Come se non bastasse l’altro ieri, segretario cittadino del PD annunciava pimpante (sì ma chi glielo ha detto? I vigili del fuoco ? L’assessore al verde? I Marines americani?) che la segata generale era necessaria per una questione di sicurezza e che la tabula rasa dei poveretti era stata concordata con l’agronomo dott. Guerra. Ma quest’ultimo nel giro di poche ore faceva sapere di non aver decretato il taglio indiscriminato, quello con decisione definitiva che portava all’esecuzione di questi giorni, ma solo di aver espresso pareri tempo addietro.

In questo caso si andrebbe a delineare un quadro degno dell’ultimo tormentone di Annalisa: “Ho visto lui che taglia là, ma non è stato lui”. Scherzi a parte si delinea una forma di superficialità nella gestione per lo meno della comunicazione. Perché per il resto abbiamo già detto abbastanza.

Devo però una precisazione finale. La scorsa settimana abbiamo pubblicato un articolo, esattamente il 4 novembre, intitolato “Mille modi per morire in piazza della Repubblica”. Al di là dei temi trattati, che confermo, inerenti lo stato pietoso della piazza, tra pavimentazione sconnessa e foriera d’incidenti alle persone, delle vasche utilizzate per bidet da rom e senza tetto ( sorveglianza, questa sconosciuta) e tra bagni pubblici maleodoranti e buoni per film horror, abbiamo pubblicato erroneamente una foto non atruale della piazza che raffigurava i lecci quasi tutti secchi. Si trattava di una foto di repertorio ma effettivamente fuorviante rispetto all’attuale realtà che vede i lecci di nuovo verdi per la maggior parte ( alcuni però sono morti) ed infatti pubblichiamo in questo numero di Barba e Capelli delle foto che ritraggono lo stato attuale dei lecci, grazie all’intervento, mesi addietro, dello stesso lupus in fabula, dott. Guerra.

Alla fine della fiera, Fabrizio Ferrante, vice sindaco e assessore al Verde, dice la sua:”L’ incarico al dott. Guerra non prevedeva tavoli tecnici successivi. Il censimento si fa proprio per quello …capire quanti alberi ci sono, dove, se ci sono piante malate, piante a rischio schianto, ecc…poi mica bisogna chiedere di nuovo se abbattere gli alberi già indicati da abbattere. È come se al tuo istruttore di guida tornassi a chiedere ogni volta se puoi parcheggiare in divieto di sosta o no”.