Ancora una volta, ritrovandomi nella doppia veste di persona interessata come comune cittadino e giornalista, ho avuto modo di verificare personalmente le ottime risorse (umane) che la Sanità presenta sul nostro territorio. Per un problema di salute di un mio familiare ho avuto prova una volta di più delle ottime doti umane e professionali di Rino Negrogno, una volta giunti alla Postazione Fissa Medicalizzata qui a Trani, cioè quel che resta dell’ex Pronto Soccorso e poi dell’incredibile capacità di destreggiarsi e organizzare un lavoro immane e non umano, dei medici e degli infermieri del Pronto Soccorso dell’ospedale Bonomo di Andria. E vorrei citare in particolare gli ottimi medici conosciuti, il dott. Marzocca dello stesso Pronto Soccorso ed il cardiologo, dott. Chieppa.

Al netto di tutto, e dopo quanto osservato, mi chiedo come sia possibile che l’ospedale di Andria debba assorbire un numero spropositato di pazienti, con imprese lavorative fuori dal comune da parte di medici e infermieri per poter far fronte in modo efficace, competente e comunque veloce (capacità necessaria senza offuscare la lucidità nelle diagnosi e negli interventi) nel far fronte alle innumerevoli istanze, richieste, bisogni dei singoli pazienti e dei parenti al seguito.

Il depotenziamento di altri ospedali od il completo annullamento di altri (vedi Trani) porta ad una congestione di presenze su Barletta ed ancor di più, come visto e raccontato, su Andria, con scene che non dimenticherò facilmente. Tutto questo pur col grande sforzo di medici ed infermieri del Bonomo di darsi un’organizzazione di lavoro, nella divisione e smistamento dei casi, l’impegno professionale di porre criteri e raziocinio, misurando fermezza e umanità, prontezza di riflessi, riflessione e azione e capacità di avere e dare un quadro preciso.

La morale conclusiva di questo articolo è una e ben precisa: chiediamo alle istituzioni di non continuare ad opprimere, mortificare ed affogare nell’emergenza e nel super lavoro, alla fine col rischio di risultare “stordente”, a lungo andare, di tutte queste eccellenze nel campo della Sanità. Smettiamola coi tagli alle strutture ed al personale nel settore sanitario, smettiamola di far gestire alla politica e con regole e paletti politici questo delicato settore della nostra società. Lo si faccia per il rispetto e la dignità del lavoro di medici e infermieri e dello stato di malattia e fragilità dei nostri malati.
Si ricominci a guardare alla persona, agli esseri umani, non solo ai numeri, al freddo calcolo delle spese, delle entrate e delle uscite.