«Prendiamo atto con soddisfazione che la Regione Puglia non costruirà più nella nostra città il grande impianto per il trattamento del percolato prodotto nelle discariche presenti in Puglia». Inizia così una lunga nota inviata alla stampa dell’Associazione Cittadinanza Attiva OIKOS Trani e firmata dal Presidente Antonio Carrabba.

«Nelle osservazioni al relativo progetto, la nostra Associazione aveva ravvisato rischi ambientali e per la salute pubblica oltre che sperpero di denaro a partire dallo stesso studio di fattibilità – spiega ancora la nota – Difatti l’area individuata per questa opera è adiacente a quella su cui sorge la ex-discarica Amiu che, ancora oggi, risulta come “sito potenzialmente contaminato” e per tale ragione le acque sotterranee sono costantemente monitorate mediante prelievi, ogni 15 giorni, dai pozzi spia presenti a monte e a valle della discarica. Avevamo, inoltre, rappresentato sin dal primo momento al Comune di Trani, alla Regione Puglia e a tutti gli Enti coinvolti, che la realizzazione dell’impianto era prevista su di un’area attualmente oggetto di bonifica e non ancora messa in sicurezza e ciò in palese contrasto con le previsioni normative che escludono per le aree soggette a bonifica e per i siti inquinati, la possibilità di realizzare nuovi impianti. Senza dimenticare che i recenti riscontri ci hanno dato e ci danno ragione, considerato che il terzo lotto non è ancora dotato di capping; mentre, sul primo e sul secondo lotto è stato realizzato un capping temporaneo e, a tutt’oggi, non si ha contezza dei previsti interventi di riparazione del punto di sversamento (terzo lotto)».

«Ebbene, nonostante le criticità evidenziate, l’amministrazione comunale riteneva realizzabile un impianto del genere che, probabilmente, avrebbe potuto contaminare ulteriormente suolo e acque sotterranee – dicono ancora dall’Associazione OIKOS – Infatti, evidenziavamo la necessità di non aggravare ulteriormente il rischio di contaminazione della falda sotterranea rilevando che non si era ancora conclusa l’analisi di rischio sanitario e la procedura amministrativa ad essa correlata. Richiamavamo pure l’attenzione dei decisori sullo sproporzionato sovradimensionamento dell’impianto di trattamento di percolato e, in definitiva, sulla scelta di localizzarlo su un sito non ancora bonificato. Le nostre rimostranze costituivano solo inutili lamenti nel silenzio assordante della macchina burocratica, che ha proseguito il suo cammino senza controdedurre alle nostre osservazioni».

«Forse, qualcuno potrebbe dire che tutte queste ragioni, soltanto ora, cioè all’esito delle valutazioni compiute nell’ambito del relativo procedimento sembrano ovvie, ma invero potevano rilevarsi ancor prima di avviare l’oneroso iter o al più in fase di progettazione preliminare. Avevamo espresso forti perplessità anche sulle modalità di gestione del previsto impianto di percolato, poiché non sembrava assolutamente chiaro se sarebbe stato gestito dall’Amiu o da altri soggetti. Quel che è certo è che l’area su cui erano previsti impianto di trattamento del percolato e impianto di trasferenza e aree circostanti sarebbero stati trasferiti gratuitamente ed incondizionatamente ad Ager Puglia. In merito a quanto sinteticamente sopra esposto, l’associazione Oikos ha cercato prontamente di sensibilizzare l’amministrazione, inviando una nota a tutti i consiglieri comunali; formulando osservazioni tecniche che ha inviato agli Enti competenti, compreso il Ministero della transizione ecologica».

«Ha partecipato alle conferenze di servizio che si sono tenute presso la Regione Puglia inviando numerose pec contenenti osservazioni ed evidenziando come un sito inquinato, non ancora bonificato, su cui sono ancora in corso le operazioni di messa in sicurezza di emergenza, dovrebbe escludere la possibilità di realizzare nuovi impianti. Ora i fatti ci hanno dato ragione e ci hanno premiato per l’impegno profuso nella battaglia, quasi in solitaria, portata avanti nell’interesse pubblico. Suggeriamo al Sindaco Avv. Bottaro di raccogliere i fogli inopportunamente e nervosamente lanciati durante il consiglio comunale e di riferire alla città le reali motivazioni della bocciatura da parte della Regione Puglia, unitamente all’elenco dei costi che resteranno, purtroppo, a carico della comunità, non essendo quantificabile il tempo impiegato dai dipendenti comunali per un progetto irrealizzabile sottratto a programmi ben più utili per la città».