Riprendendo un’idea più volte studiata a scuola e da tutti noi condivisa, il primo concetto che ci torna in mente è quello esposto dal poeta Ugo Foscolo secondo il quale il grado di civiltà di una città o nazione si misurava (e si misura)dalla dignità e dal rispetto che si riserva alle sepolture dei propri defunti (leggi I Sepolcri).

E Trani, in linea col suo declino culturale, sociale, sanitario, sportivo, politico contempla anche quest’altro tassello che completa il mosaico del degrado: un Cimitero ridotto a rovina, con erbacce in più punti, zone recintate ed interdette a tempo indeterminato, lapidi divelte ed abbandonate, terreno rivoltato. Nelle foto denuncia di Franco Nugnes del gruppo Trani ai tranesi, comparse sui social, abbiamo questa desolante panoramica, proprio a ridosso della commemorazione dei defunti il prossimo 2 novembre. Una città che non rispetta la Memoria, stavolta dei suoi stessi cittadini defunti, non può definirsi un luogo civile, anche se sempre attento ad onorare la Memoria del 25 aprile, quella dell’Olocausto, del 2 giugno. Una Trani attenta alla forma ma non alla sostanza. Onora la Memoria dei grandi fatti storici, ma seppelisce nel degrado la micro storia dei suoi cittadini, comuni ed illustri, con un Cimitero impresentabile.

Il Sindaco mesi avrebbe affermato, se la memoria non c’inganna, che i lavori di rifacimento sarebbero stati svolti dalla ditta che dovrà accollarsi la ristrutturazione di tutto il Cimitero e non valeva la pena che il Comune intervenisse prima. Una logica che segue una visione pragmatica, non lo mettiamo in dubbio, legata alla cosiddetta ragion di Stato. Ma nel frattempo qualche lavoro ordinario poteva pure essere svolto, nel rispetto dei defunti tranesi e dei loro familiari.