Sei anni per l’ex procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo e quattro anni per i tre imprenditori di Bitonto, i fratelli Giuseppe, Gaetano e Cosimo Mancazzo. Sono le richieste di condanna formulate dal pubblico ministero della Procura di Potenza Gloria Piccininni a conclusione della sua requisitoria. L’ex numero uno della Procura di Trani è accusato di induzione indebita e falso ideologico. Avrebbe, nella prima ipotesi, esercitato pressioni illecite nei confronti della pm Silvia Curione perché portasse avanti una denuncia per usura presentata dai fratelli Mancazzo, in modo da salvarli da una procedura esecutiva.

Ma la pm Curione fece esattamente il contrario archiviando la denuncia dei tre imprenditori in quanto ritenuta infondata. Le accuse di falso e truffa per i bollettini del suo ex autista emergono invece dalle intercettazioni e dalle successive indagini della Finanza. Capristo – secondo l’accusa – avrebbe sostanzialmente avuto a disposizione un autista per le sue esigenze personali. Nella prossima udienza, in calendario mercoledì 22 novembre, la parola passerà alla difesa di Capristo e dei tre imprenditori. Il 20 dicembre sono previste le eventuali repliche e probabilmente la sentenza da parte del collegio presieduto dal giudice Rosario Baglioni.