Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di nove associazioni del territorio (Associazione Cittadinanza Attiva OIKOS – Trani; Associazione Esposti Amianto e rischi per la salute – BAT; Codacons Sede locale di Trani; Comitato Bene Comune – Trani; Il Colore degli Anni – Trani; Legambiente – Trani; Movimento Civico Articolo 97 – Trani; Movimento Turismo Rurale – Trani; UILDM – Trani). Una lettera aperta indirizzata a Sindaco, giunta e consiglio comunale. Argomento, il verde pubblico:

«L’articolo 5.06 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano urbanistico generale – Piantumazione delle aree scoperte prevede che “nelle aree scoperte destinate a verde, il PUE/PDL (Piano urbanistico esecutivo/ piano di lottizzazione) e/o il Pdc (permesso di costruire) devono prevedere il numero, le essenze e le dimensioni delle piante da porre a dimora e a quali interventi devono essere sottoposte le piantumazioni esistenti”.

L’articolo 2.2.31.7 sempre delle NTA – Ipi _ Indice di piantumazione precisa che “E’ il numero degli alberi ad alto fusto presenti o da mettere a dimora per ogni metro quadrato di superficie fondiaria (Ipif) oppure di superficie territoriale (Ipit). (oss. 96)

L’osservazione n. 96 presentata dalla Legambiente e recepita dal Pug sembra essere rimasta solo un mero buon proposito senza tuttavia tradursi in vero e proprio obbligo in tutte le zone urbanistiche di espansione e produttive.

L’indice di piantumazione, ad esempio, trova applicazione solo nelle ZRT – zone di recupero territoriale dove si deve rispettare l’obbligo di un indice di piantumazione di appena 0.04 (4 alberi ogni 100 mq). Nulla è previsto invece nelle altre zone urbanistiche. Nei soli comparti urbanistici, dove vi è obbligo di presentazione dei Pue, si prevede che “le aree a verde devono essere sistemate con piantumazione autoctona a medio ed alto fusto e/o arbustive”, senza tuttavia prevedere nessuna percentuale minima di alberi per mq di superficie.

La conseguenza inevitabile è che spesso gli edifici di nuova costruzione non hanno nessuna area verde o tutt’al più qualche piccola aiuola di abbellimento senza nessun obbligo di successiva manutenzione, stante l’assenza di un regolamento cittadino del verde pubblico e privato.

Succede così che alla cattiva gestione del verde pubblico si affianchi una scarsa o addirittura inesistente programmazione del verde privato e assenza di un controllo sulla sua manutenzione. Il pessimo esempio dato dalla manutenzione del verde esistente e realizzazione e gestione del verde pubblico di nuova implementazione non sia un alibi per i privati, dalle imprese edili ai condomini ai singoli cittadini, per il costante e silenzioso depauperamento del verde privato, in particolare degli alberi ad alto fusto, eliminati perché per molti sono solo un fastidio e un costo extra.

In questo panorama a dir poco sconfortante, riteniamo di dover intervenire non solo come già fatto più volte in passato singolarmente e come coordinamento di associazioni, stigmatizzando le cattive pratiche nella cura e manutenzione del verde pubblico, ma anche proponendo soluzioni migliorative.

Ci riferiamo in particolare alle carenze del piano urbanistico generale, laddove in diverse zone residenziali prevede un indice minimo di permeabilità, senza tuttavia prevedere un indice di piantumazione per cui l’obbligo si può benissimo tradurre nella previsione progettuale di posa in opera di pavimentazione permeabile che poi l’ufficio preposto non verifica se realmente posta in opera o meno, sia attraverso l’invio obbligatorio di documentazione a fine lavori, sia attraverso il controllo in cantiere.

Come è possibile che ad esempio nelle aree destinate a ville e sottratte a quella che fino a poco tempo fa era campagna, non si mitighino gli interventi edilizi prevedendo aree verdi? E perché il verde non può essere introdotto a mitigare l’impatto anche visivo nelle zone industriali?

Ci rivolgiamo pertanto al Sindaco, agli assessori e ai consiglieri comunali affinché si provveda non solo ad approvare una variante al Pug sul tema esposto, ma a porre finalmente la questione del verde pubblico e privato in città tra le priorità dell’attività ammnistrativa».