Abbiamo passato tutta quest’altra estate, ma anche la primavera scorsa, quando i primi turisti cominciano a soggiornare a Trani, a vedere sempre la stessa scena. Fiumane o gruppetti o coppie di persone coi loro bagagli trascinati stancamente o verso il centro storico o verso i b&b della zona di Colonna. Per questo li vedevi pazienti e accaldati, che col caldo che ha fatto è un eufemismo, dovremmo dire “sciolti” e disidratati, che si trascinavano verso gli alloggi prenotati.

Siamo nel 2023 e Trani, dopo un annuncio degli anni scorsi andato all’aceto, uno dei tanti, si ritrova ancora senza uno straccio di servizio taxi. Organizziamo incontri con scrittori e librerie ed enti vari che li ospitano, devono arrangiarsi mandando qualche cugino disoccupato o qualche nipote neopatentato, immagino, a prenderli dalla stazione o da Bari Palese. Diamo le licenze per locali glamour, ristoranti stellati, paghiamo fior di quattrini nostri alle tv nazionali e locali per promuoverci come città turistica e poi non abbiamo un servizio taxi. Nell’anno del Signore 2023. Una volta c’era la postazione taxi in piazza della Repubblica e alla stazione se ne vedevano spesso. Era l’epoca in cui eravamo ancora evoluti. Prima che cominciasse la grande regressione.