Il vuoto delle Istituzioni o assenti o inadempienti, nella ridente Trani di fine estate, sta portando all’affermazione di una nuova figura: il segnalatore.

Che sia realmente motivato da nobili principi civici o che sia a caccia di visibilità, da investire o spendere in un ipotetico futuro politico (non sappiamo se velleitario o fondato), questo non è dato saperlo.

Ma fatto sta che se l’assenza ingiustificata dei politici (eletti e pure ben pagati) porta uno slancio di comuni cittadini a sostituirsi a quelli. Sarà il pensionato o il professionista che spera nella vetrina, il nostro segnalatore finisce rischia d’infilarsi in un sottile intercapedine; rischia di avventurarsi su di un crinale pericoloso quando comincia a disputare od a litigare con altri Segnalatori, sulla paternità, sulla primogenitura della segnalazione, sulla prima botta, sul primo colpo inferto alle Istituzioni ree di far incancrenire e cronicizzare il disservizio, il disagio.

Ecco, quando comincia la litigata o l’astio, stile capponi di Renzo (leggi passo de I Promessi Sposi in cui vengono citati insieme), il politico eletto, nulla facente e ben pagato, si becca pure uno spettacolo gratuito, per il quale sghignazzare con gli amici durante le sue serate in campagna tra una salsiccia ed uno gnemmiriddo.