Hanno percorso quasi 350 chilometri in auto per raggiungere Castrovalva, frazione di Anversa degli Abruzzi, nel cuore della notte fra il 26 e il 27 luglio dello scorso anno. In quella località, all’interno di una grotta, avrebbero abbandonato il cadavere dell’81enne tranese Bruno Delnegro, dipendente Asl in pensione, ritrovato da un gruppo di escursionisti il 30 luglio. Due persone, rispettivamente figlio e nuora dell’anziano, sono state iscritte nel registro degli indagati in concorso con altri due fratelli dell’uomo: in base a quanto ipotizzato dagli inquirenti della Procura di Sulmona i quattro, a vario titolo, si sarebbero resi responsabili di soppressione di cadavere, truffa ai danni dell’Inps e indebito utilizzo di carta bancomat.
La vicenda ha del surreale: la salma di Delnegro è rimasta per oltre otto mesi nell’obitorio dell’ospedale “Santissima Annunziata” di Chieti senza che nessuno la reclamasse. A quel corpo, momentaneamente non riconosciuto, era stata data degna sepoltura ad aprile sotto una croce. L’autopsia eseguita dal medico legale nel tentativo di fornire elementi utili all’identificazione ha consentito di risalire alla data del decesso, collocata intorno al 20 luglio, dieci giorni prima del ritrovamento. In base alla ricostruzione compiuta dai carabinieri del Nucleo investigativo de L’Aquila l’anziano, allettato e non autosufficiente, sarebbe stato trovato senza vita da uno dei figli; di qui la decisione di spogliarlo, metterlo in un sacco a pelo acquistato poco prima e intraprendere un viaggio attraverso l’A14 fino a disfarsi del corpo lungo un sentiero impervio, in un’intercapedine. La prospettiva di continuare ad incassare la pensione del congiunto, pari a circa 3000 euro mensili, avrebbe indotto i quattro ad organizzare una vera e propria messinscena. La protesi femorale applicata sull’anziano in occasione di un precedente intervento chirurgico ha favorito la svolta nell’inchiesta e permesso di dare un nome a quel cadavere. La somma ottenuta irregolarmente dall’istituto di previdenza, come conseguenza dalla mancata segnalazione del decesso, ammonta a circa 60 mila euro. L’indagine prosegue con l’obiettivo di accertare innanzitutto quante persone fossero al corrente della morte dell’81enne.