Come se non bastassero le grandi zone d’ombra morali (quelle di una politica mai così allo stremo, vedi ultime vicissitudini e nuove manovre in giunta al sapore di disperazione) e materiali (quasi tutti i giorni ci sono zone al buio- approfondiremo a breve l’argomento) ecco la piaga dei pini che si schiantano al suolo. Al di là della disperata distinzione tra pini condominiali e pini comunali, non c’era bisogno dell’ultimo caduto di via Malcangi, c’è da dire che il vero scandalo è dato dai soldi comunque spesi in questi anni con contratti e convenzioni varie, per ritrovarsi con lo scempio di che abbiamo sotto gli occhi. I pini non cadono perché sono alberi cattivi o deformi, ma perché non hanno ricevuto alcuna cura o manutenzione negli anni. Gli oleandri non sono stati mangiati dalla conchiglia perché deboli o bisognosi di cure ricostituenti, ma perché non sono stati trattati a dovere. Ovunque ciuffi spelacchiati, erbacce qui e là, gramigna di varia natura, tra le aiuole ed a Palazzo. Ed io pago. E voi pagate…