Come tutte le donne pure Trani ha quei giorni, i suoi giorni segnati a rosso. Fuor di metafora: lasciate ogni speranza voi che entrate o vivete a Trani in quei giorni: 25 aprile, Pasquetta, 1 maggio e qualcun altro, fine settimana estivi compresi. Lasciate ogni speranza di evitare la bolgia, i parcheggi introvabili, l’assalto fine a se stesso, senza che molti imparino nulla della nostra Trani, tranne qualche gruppo con guida, volenteroso, impegnato, ma sempre sopraffatto dalla bolgia e dal disordine.

Siamo partiti come città Slow e con tutto il corredo che ciò avrebbe dovuto/ potuto comportare, con amministratori che si vantavano di promuovere cultura, programmazione seria e qualità, ma ci ritroviamo con una grande e lunga leccata di gelato, un morso grande alla pizza, una fila per entrare nel locale, una sbirciata distratta verso gli annunci immobiliari, con l’idea di comprare casa a Trani, poi subito sopraffatta dai furti d’auto e pneumatici continui, dalla bassa qualità offerta da svariati locali (non tutti) a prezzi dubaiani e da un parcheggio introvabile che fa passare metà delle serate tranesi a cercarlo.

Il tutto condito da scarichi di automobili nelle vie del centro, ed un posto “fitoso” che non riescono a dragare dai tempi di Pastore. Una volta controllavano la qualità dell’aria…
Aspettando piazza Gradenico con gli zampilli, stile Torino.