C’è chi segnala in continuazione i disservizi, i mancati interventi, i diritti negati, l’assenza di progettualitá a lungo termine, l’essiccamento della linfa tranese ( specie nell’ambito dei mestieri e delle professioni). Da quest’ultima parte ci sono molti cittadini liberi, che nutrono una passione disinteressata per la nostra Trani, giornalisti che fanno per davvero il loro mestiere ( nel senso che non operano col doppio fine di raccogliere contratti pubblicitari a strascico, dalla pubblica amministrazione o da qualsiasi fonte sia riconducibile ai manovratori della locomotiva del potere o non sperano, un domani o appena qualche consigliere faccia un fischio, di raggranellare qualche poltrona da assessore). Il sottoscritto per ben due volte in passato ha rifiutato sul nascere proposte per ricoprire cariche assessorili.

Dall’altra parte dello steccato tranese ci sono gli pseudo politici, ormai più simili a venditori di pentole e aspirapolvere, con tutto il rispetto per questi ultimi, che provano a “venderci” le proprie operazioni amministrative come colpi da fuoriclasse della politica, metà geni della lampada, metà super uomini in salsa dannunziana, che si stagliano sulla massa ignorante che continua a denunciare e ad essere scontenta e che non capisce, a sentir loro, la lungimiranza, l’acutezza, la saggezza, l’essere dritti perché con le loro mosse la Città ci guadagna. Nella parte in questione emergono in modo inquietante media compiacenti impegnati a far trasparire solo le bellezze di Trani, quelle sì immutabili ed immutate, non “macchiabili” con l’inchiostro grossolano e la goffaggine di chi amministra. Ma il problema comincia lì: i compiacenti fanno vedere le bellezze ma non dicono che manca la valorizzazione, mancano i servizi ( a cominciare dai parcheggi), mancano i servizi sanitari, manca un programma turistico di rilancio di concerto con tutto il territorio della Bat e della Puglia, manca un teatro vero, manca un cinema, manca un piano di promozione di tesori come la Pinacoteca intitolata ad Ivo Scaringi, la cui raccolta di opere fu concessa in comodato d’uso al Comune dagli eredi dell’artista, dopo di che l’anonimato.
Quest’ultimo è solo uno dei tanti esempi di una Trani incapace di valorizzare i suoi tesori.
Passano in primo piano le tirate sull’Amet “corretta”, i servizi giornalistici sul Tg1, gli speciali sparsi qua e là di tanto in tanto, con caterve di servizi che riprendono a loro volta il servizio suddetto.

La piccola matrioska dei servizi e dei media compiacenti, nell’era bottariana, nasconde i veri macigni pesanti che incombono sulla Città: rappresentanti istituzionali incapaci, a cominciare dalla Regione di difenderci dalla spoliazione sanitaria, tuttora in atto; mancanza di segnali sui progetti inerenti il PNRR ( che fine faranno i soldi? Li prenderemo o li perderemo? Chi si è occupato della stesura della documentazione e dei progetti? ); provvedimenti da portare in Consiglio comunale ritirati all’ultimo momento senza preavviso (come da denuncia nell’ultimo consiglio da parte di Beppe Corrado); ed infine : situazione del verde e dell’arredo urbano alle pezze ( segnale di degrado per una città che dovrebbe attrarre). Non si può nascondere tutta questa monnezza sotto i tappeti dei servizi dei telegiornali o delle testate “pecorine”…