In passato ci aveva provato il sottoscritto ad indirizzare una scossa “satirica” nei confronti di Amet ma soprattutto nei confronti di chi l’ha “gestita” e compiuto scelte o meglio non intrapreso alcun piano perché questa azienda fosse realmente “competitiva” sul mercato, ossia la politica.

È scontato che se nomini cda in serie che non si preoccupano di mettere nero su bianco un piano industriale, se lasci senza slanci di competitività sul mercato, si arriva al finale che abbiamo visto, con la bandiera bianca che sventola sul ponte di Amet.

E spiace che la satira restino a farla i partiti: ho rivisto con un sorriso amaro il manifesto in stile Visibelli di Fratelli d’Italia. Nel silenzio di quasi tutti, spicca il manifesto satirico a lutto del partito guidato da Andrea Ferri, dedicato alla cara estinta Amet per quel che riguarda il “matrimonio” che in principio gli stessi tranesi vollero, con un referendum ad hoc: quello tra la nostra azienda municipalizzata e l’energia elettrica.

Da Palazzo rispondono che ci guadagneremo soldi. Non ci interessa: potremo guadagnare pure un miliardo di euro ma il nostro orgoglio di tranesi muniti di un’azienda propria che gestisce energia elettrica per il pubblico ed il privato è stato ferito. E ben ci sta il manifesto in questione. Solo che ce ne vorrebbero altri : per la Stazione ed i parcheggi, la Villa, i cinema, il teatro vero. Ed uno per la “tranesitá”…