«È quindi un punto prelievi, dice la D.G. della ASL BT, non è più un laboratorio analisi, è un centro raccolta prelievi. È ufficiale, quindi, il laboratorio è chiuso! Ovviamente forse la D.G. non sa, e francamente pensiamo non abbia nessuna responsabilità, che siamo passati dalla promessa del CoreLab provinciale del 2016 (Super Laboratorio Centralizzato, ad altissima automazione e capacità di risposta) al ben più banale punto raccolta dei prelievi (non è che ci abbiamo mai creduto, ci si intenda)».

«Ma ci viene detto che, così come ci disse Michele Emiliano chiudendo il Pronto Soccorso, il servizio non sarebbe cambiato, anzi forse sarebbe stato potenziato, ed ancor oggi ci viene detto così, pertanto dev’essere senz’altro vero se continuano a dirlo. Ed infatti adesso è possibile eseguire 291 esami alla settimana, alleluia!

Ma, ci venga perdonata la domanda assai ingenua: 291 cos’è? Rispetto a cosa? A quando? A quale lista d’attesa? 291 è più o meno di qualcos’altro? In realtà è un dato secco, e non significa nulla se scoprissimo, ad esempio, che un CoreLab, o magari un centro privato, ne eseguono molti di più in giorno soltanto.

E scopriamo poi che ad esempio, oggi, ci hanno messo un’ora e mezza per processare gli esami. Ottimo, se vogliamo affermare la validità scientifica dell’aneddotica.

Per onestà ci venga riconosciuto che lo avevamo dichiarato anticipatamente: la soppressione di un servizio non è mai un problema, se c’è stato un criterio.
C’è stato un criterio? Bene, lo vedremo nel tempo, non oggi perché oggi è andata bene e ci hanno messo un’ora e mezza. Avremmo gradito che qualcuno ci avesse parlato di Laboratorio analisi certificato nei sistemi ISO 9000, ma forse pretendiamo troppo.
Allo stato, pertanto, non abbiamo alcuna rassicurazione circa la qualità del dato di laboratorio (elemento esiziale) in relazione alle condizioni pre-analitiche legate alla logistica (temperature e tempi di attesa), anch’essa non certificata in alcuna maniera, ed alla sicurezza e qualità di tutto il processo (provette perse, erroneamente attribuite etc etc).
Speriamo, come tutti del resto, che le cose stiano davvero così come ci vengono raccontate e che la città di Trani, privata di qualsiasi risposta sanitaria ospedaliera per acuti di qualità, non abbia a subire l’ennesimo danno.

Ah, un’ultima domanda sulla vetustà delle apparecchiature. Fra cinque o sei anni, quando anche queste di Bisceglie saranno diventate “vetuste”, il laboratorio verrà chiuso per essere riaperto da qualche altra parte, potenziandolo come è avvenuto a Trani?».