Tutti abbiamo scolpita nella memoria, il sottoscritto come tutti voi, l’apertura dei tg nazionali (che come scrissi non ricordavo per altri sindaci di provincia arrestati o indagati) in quel lontano dicembre di qualche anno fa. E sì perché di tempo ne è passato dall’inizio di quel vortice che investì Trani ed il governo allora in sella. Ma ora siamo giunti all’epilogo di una brutta storia iniziata con quell’arresto eclatante dell’allora sindaco Riserbato, fino all’assoluzione avvenuta ieri, insieme a quella dell’ex vice sindaco Di Marzio.
Ho provato un senso di soddisfazione ieri, pensando che in quel momento di arresti, titoli sparati e goduria dei nemici, la mia critica di giornalista si era fermata agli ultimi atti politici veri che l’amministrazione Riserbato riuscì a compiere e quando arrivó quel “vortice”, mi tenni alla larga, da toni morbosi e avvelenati, sete di sangue o dettagli e pettegolezzi. Lasciai spazio alla cosiddetta “giudiziaria”, convinto sin dal primo momento dell’innocenza di Gigi Riserbato. Fui come sempre uno dei giornalisti più critici verso quella sua Amministrazione, ma quella convinzione non fu mai intaccata. Pensi in quei momenti alle famiglie di chi viene travolto da simili tragedie ed infatti mi ricordo con dispiacere della dipartita del padre di Gigi, avvenuta poco tempo dopo. Il suo papà è morto senza poter vedere assolto il figlio, anzi, nel pieno della burrasca. Ricordo il dolore di tutte le famiglie degli indagati, anche di quelli che ieri non sono stati assolti e credo che la stampa, specie se opera direttamente sul territorio, ma anche in ogni caso, debba sempre fermarsi a riflettere su cosa provocano titoli sparati e condanne preventive a furor di popolo. Questa è una lezione per tutti e credo che per l’immagine dei tranesi un sindaco assolto, di qualsiasi colore sia, rappresenti un bene per la Città.