Stavolta il Polo Museale diretto da Graziano Urbano, col supporto della Fondazione Seca ha offerto ai visitatori un’opzione davvero originale: sfruttare il nartece della Cattedrale (il nartece è quel luogo intermedio tra facciata e navate che ospitava un tempo i catecumeni ed i penitenti- dal greco narthex vuol dire “flagello”) per allestire un presepe di grande impatto scenico con personaggi a misura d’uomo ed un’atmosfera che il visitatore avverte subito come esclusiva e coinvolgente.

Ma stavolta l’intento degli organizzatori ed in particolare del Direttore del Polo museale tranese che contatto personalmente al telefono per l’occasione è duplice: regalare un effetto esclusivo ed inedito, ma soprattutto sfruttare anche un presepe per proseguire quel processo già intrapreso da anni: la divulgazione culturale, storico artistica che il Polo museale si è imposto da tempo come “stella polare” nelle sue proposte di assoluto rilievo, tenendo ben separate la Cultura dalla Politica, vecchio neo e antico vulnus tipico italiano ed ancor di più del nostro territorio.

Il Direttore Urbano è entusiasta della scelta e soprattutto del riscontro di pubblico e critica che il presepe nel nartece sta ottenendo in questi giorni. La sua passione per l’arte, la storia e la cultura tradisce per l’occasione quasi un pizzico d’emozione… Merce rara di questi tempi…

Questo presepe- gioiello rispetta il luogo ed il contesto in cui è posto (anche questo parametro oggi non è un dato scontato, vedi albero stilizzato ed ultra moderno, ai limiti dell’audacia fascista futurista – “il più alto del territorio…” -hanno detto…- nel contesto ottocentesco di piazza Libertà). Boh… Vedo però gente alquanto esaltata ma oggi tutto va bene se a portata di… selfie…

Tornando al presepe nel nartece mi piace riportare le parole del direttore Graziano Urbano: “Abbiamo sfruttato l’idea della Natività rappresentata secondo tradizione, in un contesto che secondo me molti nemmeno conoscevano e valorizzandolo per l’occasione (il nartece appunto a cominciare dal suo nome fino alla sua funzione). Questo secondo noi è un modo per attuare un percorso di divulgazione culturale nei confronti del pubblico”.