Il biglietto con minaccia allusiva ad un posto al cimitero lasciato nell’auto a sua volta vandalizzata di Raffaella Merra è un atto con diverse gradazioni di “danno” sociale. Anche perché non è la prima volta che succedono fatti del genere. È una Trani che non cambia e conserva un profilo che parte da un primo grado apparentemente innocuo: l’infantilismo delle performance contro chi rompe le scatole o denuncia, contro chi grida perché le regole vengano rispettate. Peccato che il primo livello, quello infantile del biglietto, nasconda probabilmente il secondo, terzo, quarto e quinto livello: la minaccia, la cattiveria, la vendetta, l’intimidazione? Sta eventualmente ai giudici interpretare e capire. Io ricordo i messaggi di minaccia all’ex sindaco Riserbato che nella prima parte del suo mandato cercò di far rispettare le regole ; ricordo la Panda rubata a Beppe Corrado quando fece sentire una voce critica. Ricordo l’ex sindaco Tarantini pedinato o “sommerso” idealmente di pesce marcio quando cercò di far rispettare le regole ai pescivendoli al Porto. Sempre episodi in concomitanza con un’esposizione, un impegno per il rispetto delle regole. Mi appello alle associazioni (vedi Libera ad esempio) e ad altri cittadini di buona volontà perché facciano sentire la loro voce.
Diamo la nostra solidarietà a Raffaella Merra ma cerchiamo di uscire dal vicolo cieco della ripicca, del dispetto o peggio della minaccia. Se vogliamo una Trani migliore. Che per ora non si vede affatto. Anzi, l’aria è sempre più opaca e torbida, come le acque dopo i tre giorni di tramontana.