Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del Movimento Civico Articolo97 Trani:

«Con la Delibera n° 1640 del 23 novembre 2022 la ASL BT ha autorizzato la spesa di ben 2.750.000 euro per “lavori di rifunzionalizzazione e adeguamento alle norme del P.T.A. di Trani – primo stralcio – RSA R1 e Obitorio” con i quali verranno realizzati nel PTA (ex Ospedale) di Trani, oltre l’obitorio, il blocco di ricovero RSA R1.

Sembrerebbe un’ottima notizia e, per i più disattenti, senz’altro lo è.

Ma andiamo ad esaminare meglio la questione, per poterla meglio comprendere, partendo da una domanda fondamentale: cos’è una RSA R1?

A questo risponde il Ministero della Salute nel documento Prestazioni Residenziali e Semiresidenziali, dove al codice R1 leggiamo ”Prestazioni erogate in nuclei specializzati (Unità di Cure Residenziali Intensive) a pazienti non autosufficienti richiedenti trattamenti Intensivi, essenziali per il supporto alle funzioni vitali come ad esempio: ventilazione meccanica e assistita, nutrizione enterale o parenterale protratta, trattamenti specialistici ad alto impegno (tipologie di utenti: stati vegetativi o coma prolungato, pazienti con gravi insufficienze respiratorie, pazienti affetti da malattie neurodegenerative progressive, etc”.

Ma il 23 maggio di quest’anno, sempre il Ministero della Salute ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto n° 77 che regolamenta i Modelli e gli Standard per lo Sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Sistema Sanitario Nazionale (in attuazione della Mission 6-Component 1 del PNRR) e, anche ad una lettura molto disattenta, si fatica a coglierne un razionale che sottenda alla scelta della ASL BT e che rinviene, certamente, dal peccato originale, dall’errore di fondo, dal folle Protocollo d’Intesa del 2016 fra Emiliano, Narracci e Bottaro.

Questo scellerato documento/non-documento d’intesa è stato acriticamente sostenuto da numerose figure come Delle Donne, Santorsola, Avantario, Bottaro e Ciliento, buona ultima, tutti caratterizzati, principalmente, da una inspiegabile ed inconsapevole sordità ad ogni voce critica, o discordante, rispetto al loro main stream d’appartenenza, al loro atteggiamento fideistico.

Si spenderanno perciò circa tre milioni di euro per realizzare una struttura di ricovero residenziale per pazienti gravissimi, spesso in coma vegetativo, ventilati artificialmente e con elevatissimi bisogni assistenziali multispecialistici e multiprofessionali (necessità di intensivisti, pneumologi, neurologi, infettivologi, per citarne alcuni, così scarseggianti, tra l’altro, sul mercato del lavoro) laddove il DM 77 prescrive ben altro.

Si parla di luogo di integrazione dei bisogni sanitari e sociali di base, di un ben preciso bacino d’utenza locale, individuando il luogo di cura più prossimo al proprio domicilio, sostenendo ogni bisogno per il soddisfacimento delle esigenze legate alla cronicità, di realizzazione di Case della Salute ed Ospedali di Comunità, sempre per bacini d’utenza locali, Infermieri di Comunità o di famiglia, Unità di Continuità Assistenziali, Centrali Operative Territoriali e Centrali Operative 116117.

Da nessuna parte si legge di dover sviluppare attrattività “da tutta la Puglia e da altre Regioni” come scioccamente sbandierato recentemente, che quello, si badi bene, è il lavoro degli Ospedali, delle strutture per acuti, magari di II livello che, per di più, noi non abbiamo la fortuna di avere sul nostro territorio.

Curiosamente però, in data 20/05/2021 (perciò antecedentemente sia al PNRR sia al DM 77/2022), il Movimento Civico Articolo97 – Liberi e Trasparenti di Trani faceva giungere al Consigliere Regionale Debora Ciliento, al Presidente del Consiglio Comunale Giacomo Marinaro ed al Presidente della Giunta Regionale Emiliano, su richiesta, fra l’altro, della Sezione locale del PD, il documento “PRESIDIO TERRITORIALE DI ASSISTENZA (PTA) DI TRANI, RIUTILIZZO E RIFUNZIONALIZZAZIONE, PROPOSTA DI LINEE DI INDIRIZZO METODOLOGICHE E PROGRAMMATICHE nel quale, quasi profeticamente, si anticipavano rispetto al DM 77 i concetti delle reti assistenziali sulla cronicità connesse a quelle per acuti, del principio di medicina d’iniziativa, di prossimità e di telemedicina, di team infermieristici, segno, evidentemente, della bontà e della competenza tecnica di settore del gruppo estensore della proposta, di Articolo97. Che occasione sprecata, anticipare i tempi!

Se si considera, poi, il recente trionfalismo con cui è stata pubblicizzata l’attività di cardio-RMN (esame prettamente super specialistico di II livello eseguita con tecnologia hard) effettuato nel PTA di Trani, si deve rilevare, purtroppo, che proprio non ci siamo. Che non ci si è neppure avvicinati ai concetti espressi dal Decreto Ministeriale n° 77 e dal PNRR, ed anticipato dalla proposta di Articolo97, che fanno riferimento al bacino di utenza (locale), alle tecnologie soft, non hard, alla necessità di soddisfacimento delle numerose richieste socio-sanitarie ed assistenziali di base sulla cronicità, pur tenendo conto della peculiare “anomalia” del PTA di Trani (presenza di tecnologia non soft e unità operative di tipo ospedaliero).

In data 06/07/2022 il Sindaco Bottaro stesso, nel corso dell’incontro “Operazione Trasparenza – I Tranesi domandano agli Amministratori” organizzato da Articolo97 presso la Biblioteca Comunale di Trani, sul tema affermava che è molto complicato parlare con i medici, perché ognuno dice la sua, che spesso è in contraddizione con il parere dell’altro, così giustificando il proprio operato relativo al tema Sanità ed al famigerato Protocollo d’Intesa del 2016. Ma il Sindaco, in realtà, dovrebbe farsi una sola domanda preventiva: a chi diavolo mi sono affidato per i pareri tecnici? Quali competenze hanno questi suggeritori, questi esperti, così palesemente distanti dalle migliori conoscenze tecniche nel settore organizzativo, gestionale, di qualità, efficacia e sicurezza?

Perché avere la “laura”, diceva Totò, non è sinonimo di competenza tecnica specifica, figuriamoci la sola appartenenza politica.

Ed in ultimo, ma non per importanza, proviamo a fare un’altra previsione: a lavori ultimati, chi gestirà la RSA R1? La ASL BT oppure qualcun altro? Un privato ad esempio, sia pure in partenariato pubblico privato, che andrà a realizzare più che legittimi utili (privati) in una struttura pubblica, realizzata con soli denari pubblici?

Ma quanti danni avranno fatto questi figuri alla nostra comunità sociale e quanti lustri serviranno per tentare di porvi rimedio, se mai ci si riuscirà?».