Sono lieto che molti cittadini ed associazioni si stiano concentrando in questi giorni sulla natura dei sassi dei lidi pubblici e delle ringhiere. Ma magari i problemi fossero solo quelli. Una nuova Amministrazione o finalmente una nuova Giunta all’altezza della situazione, se solo volessero, li risolverebbero facilmente.

Il problema grande di questa città è che manca ed è mancata fino ad oggi una “visione” generale della tenuta, del profilo, dell’identità da dare a Trani come città ospitale ed al centro degli interessi socio-culturali (attenzione non parlo nemmeno più di città turistica). Oggi Trani é una bellezza marginale, fuori dai circuiti che contano e nei quali meriterebbe di stare, viste le potenzialità.

Manca una visione vera, concreta, fattiva, che coinvolga cittadini volenterosi (spesso invece emarginati) ed imprenditori seri (spesso aiutati e coinvolti solo se amici di chi è al governo o fintamente oppositore dello stesso governo cittadino).

Poi in quella “visione”, alias programmazione, alias identità, alias rilancio vero, ci puoi mettere anche quelle componenti dei sassi non acuminati ma levigati, come su spiagge degne di questo nome, del decoro urbano, delle ringhiere.

Non fermiamoci al contorno ma badiamo alla sostanza. Trani oggi è una città alienata, spersonalizzata, che non valorizza le risorse (giovani in particolare) del luogo, risorse umane, morali e materiali. Trani non si caratterizza per alcun aspetto particolare, tranne che per la propria bellezza ereditata dagli avi.

La classe politica che ha governato in questi anni si è avvalsa di dilettanti appiccicati con lo sputo dell’appartenenza a coalizioni di centro sinistra destra senza né capo né coda, col solo obiettivo di occupare poltrone e mantenerle il più a lungo possibile. Ho visto dilettanti o tuttologi o novelle Madame Bovary della politica sedersi alle poltrone relative a settori strategici della città. Ho visto lecchini a rimorchio sui social difendere questa classe politica; ho visto comparse atteggiarsi a strateghi, ed ecco il prezzo che abbiamo pagato, senza professionisti nei settori chiave senza soggetti competenti: spoliazione e mortificazione culturale, sanitaria, sociale, dell’imprenditoria (tranne gli amici), con professionisti ridotti a tappettini scendi letto di chi governa, invece che selezionati, tra i migliori, per il rilancio di Trani.

Le imbarcazioni dei ricchi di passaggio non significano nulla a fronte di una valorizzazione della Darsena. Sono buone per una foto o un video di un giorno. Non per una “visione”.