Mi ha molto colpito ed al tempo stesso commosso la determinazione di Felice Casale, padre del noto chef Raffaele che alcuni anni fa perse la vita in un incidente stradale con la sua moto qui a Trani.

È una determinazione forte, talmente forte che è capace d’inglobare l’enorme sofferenza per la perdita di un figlio e di farla avanzare con continuità, con intensità perché si faccia luce sulle reali circostanze che portarono alla morte del figlio. Ed ora che si è arrivati ad un nuovo punto di svolta (il giudice ha negato l’archiviazione rispetto a quanto era emerso fino ad ora, cioè un banale incidente, una svista, una perdita del controllo della moto), quella “macchina” di dolore e determinazione avanza piano ma inesorabile, insieme alla Giustizia.
Rivediamo in questo amaro film, analogo, secondo papà Raffaele al caso Vannini, per certi aspetti, gli indizi emersi (vi rimando ai completi ed impeccabili articoli e servizi del nostro direttore Stefano Massaro rispettivamente su News24.City e Telesveva), la possibilità di avvalersi di tabulati telefonici, l’ostinazione di Felice; tutti questi elementi ci avevano da subito fatto nascere un ragionevole dubbio su quella morte. Le ombre di un incidente per una eventuale collisione , di un possibile mancato e/o ritardato soccorso, di un’immagine del quadro della vicenda sempre opaco, ci hanno coinvolto anche emotivamente in questa storia ed alimentato sempre più quel pensiero che poi ha alimentato a sua volta la volontà del giudice: bisogna indagare ancora perché quell’opacità venga diradata e si ricostruiscano in modo nitido gli ultimi minuti di vita di Raffaele.

Glielo dobbiamo come Città che lo ha accolto per il suo lavoro e a cui Raffaele tanto ha dato, per rispetto dei suoi genitori e per onorarne una volta più la memoria.