«In attesa del “Grande Parco Urbano” previsto nell’ex area Angelini, in un’area che era stata destinata a verde parco già nel vecchio PRG, ma con estensione ben più estesa di quella attuale, oggi sottoposta a vincolo archeologico a seguito di dichiarazione di interesse culturale dell’area da parte della Soprintendenza, ci poniamo alcune domande: come e da chi è stato progettato il “Grande Parco Urbano”?». Inizia così la lunga nota del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Vito Branà con alcuni quesiti riservati all’amministrazione comunale.

«La vicinanza con il Castello Svevo impone a nostro parere un’attenta progettazione da parte di un Architetto Paesaggista, non ce ne sono molti in Italia, con specializzazione e referenze – spiega Branà – Non si può pensare che il “Grande Parco Urbano” possa invece diventare un “Grande Prato con qualche siepe e quattro alberelli”. Il parco deve portare ossigeno, riforestare, deve essere rispettoso dell’importante area storica e non deve semplicemente prendere atto dell’esistenza di un vincolo. Ciò che ci preoccupa fortemente è però la fase della gestione. Come è stata pensata?».

«Abbiamo visto tutti cosa è accaduto al parco delle Tufare e all’ex pinetina di via Andria. Alberi e verde già morti prima ancora dell’inaugurazione – dice ancora Branà – Per non parlare poi dei giardini storici Bini e Telesio, oggi in stato di degrado, con alberi trascurati, non integrati con altro verde a ripristino di quello preesistente oggi perduto, perché secco o abbattuto. Non vogliamo vedere un parco pieno di cartacce e residui di pasti, come accade quotidianamente nel giardino Bini, con scarsi passaggi degli operatori AMIU e mancanza di sicurezza per i cittadini. Anche qui nessun incremento del verde, che ben potrebbe compiersi con l’ausilio di documentazione fotografica del passato, affinché l’integrazione e sostituzione avvenga in maniera appropriata e rispettosa della storia del sito».

«Né vogliamo vedere un parco come quello con pista ciclabile previsto in via Falcone, area ceduta al Comune per urbanizzazioni secondarie, con aggiudicazione della gara e cartello di cantiere, ma senza data di inizio dei lavori (l’UTC controlla?), mentre gli edifici previsti dal PUE ormai da anni sono stati completati e alienati dalla ditta, ma nessun lavoro è stato ancora avviato per la realizzazione del parco con pista ciclabile – conclude Branà – Le aree verdi devono essere realizzate prima degli edifici e la gestione affidata alle imprese edili finché l’ultimo edificio non sia stato completato e questo deve essere espressamente previsto negli atti di convenzione urbanistica sottoscritti da Comune e imprese. Attenta progettazione, corretta gestione e costante controllo, sono alla base della buona riuscita di un programma di incremento delle aree verdi e di cura di quello esistente».