Il mio articolo di ieri ha suscitato un acceso dibattito sulla questione dell’app per le prenotazioni negli uffici postali. Al netto degli insulti rivolti al sottoscritto (ormai ci sono abituato e non mi fanno né caldo né freddo se si tratta di difendere, come in questo caso, categorie deboli e soggette alla presa in giro) ne è scaturita anche l’occasione perché, tirando le somme, visto il problema d’ingressi (troppo) anticipati, gente anziana in fila al sole e altre risse verbali, si avanzasse una proposta a Poste Italiane: riservare uno sportello ad hoc per le prenotazioni con l’app.

Non si demonizza il servizio (utilissimo, lo ribadisco), ma si chiede di evitare che, entrando di continuo gente prenotata, spesso anche in anticipo come raccontato ieri, chi è all’esterno resti all’infinito là fuori. Il numero all’interno è contingentato dal personale: se dev’essere limitato, per l’emergenza Covid, è chiaro che con tutte le prenotazioni e tutti quelli che, in tale condizione arrivano in anticipo, quelli all’esterno vedono il proprio ingresso rinviato all’infinito. E quegli altri a godersi pure il fresco dell’aria condizionata…