A nome di tutta la città faccio un appello al Sindaco perché noti la pericolosa china che sta prendendo la città. A chi se non alle Istituzioni come lui e la sua amministrazione stravotata dalla gente dovremmo fare certi rilievi? A chi dovremmo fare capo noi cittadini? Al Papa? Al Prefetto, bypassando le figure dei nostri amministratori, scelti da una netta maggioranza di cittadini?

Il consigliere Antonio Loconte ieri ha scritto un post che mi ha lasciato spiazzato. Per l’episodio del materiale in bronzo rubato alla statua di San Francesco, da anni collocato nel piazzale della stazione, noi non dovremmo prendercela con l’amministrazione, a suo dire. Ma allora con chi? Con gli zingari che stanno nel parcheggio sottostante abbandonato perché non hanno dato l’allarme? Con chi dovremmo prendercela? Con gli abitanti dei palazzi difronte? A chi dovremmo chiedere per l’ennesima volta di dotare una zona sensibile con videosorveglianza collegata alle forze dell’ordine?

Per gli incendi di rifiuti tossici (l’altro ieri l’odore era lampante) che divampano, dopo che l’assessore Merra ha chiamato le forze dell’ordine e nessuno si è recato in via dei Finanzieri, come lei stessa ha dichiarato sul suo profilo FB, con chi dovremmo prendercela, una volta che l’assessore ha fatto quel che ha potuto? Forse sarebbe il caso che Amiu dia nuovamente la possibilità alle guardie ambientali di sorvegliare il territorio palmo a palmo, come accadde dopo un mio appello mesi fa, in modo tale che, come ci è stato più volte spiegato dai vertici di Amiu stessa, poi possano loro stesse allertare al momento una pattuglia di Polizia e Carabinieri. Ci spiegarono che le guardie ambientali non possono erogare multe direttamente a chi appicca fuochi, ma possono al momento allertare e far intervenire le forze dell’ordine. Facciamoli tornare sul campo in questa veste: guardiani del territorio e sentinelle pronti a contattare polizia e carabinieri, che a loro volta potrebbero riservare un paio di unità fisse ogni notte. Ma queste trattative dovrebbe farle la politica che si siede a tavolino e ragiona e smazza sulla miglior soluzione, non il sottoscritto che da qui può proporre ma non disporre.

Non dovremmo quindi prendercela con l’amministrazione, dunque, se no faremmo la fine di poveri isolati populisti e disfattisti che vogliono il male della propria città. Avevo già sperimentato personalmente questo modo di fare da parte di un paio di assessori destinati all’oblio e si spera al ritorno a tempo pieno ai mestieri d’origine. Investiti da critiche, avevano risposto con insulti pubblici e privati, come se veramente noi fossimo interessati alle loro persone o alle loro carriere (?), parola grossa, e non al bene dei cittadini. Ho preferito poi ignorarli perché sempre meglio un assessore ignorato piuttosto che pignorato delle sue possibilità, finché sta lì, di lavorare ed ottenere qualche risultato per Trani. Insomma meglio che lavorino piuttosto che siano agitati per le polemiche col sottoscritto, ma niente, nemmeno dinanzi a tale nostra magnanimità, nel volerli tenere più sereni perché possano lavorare meglio senza stare a perdere tempo su fb od a chiamare tutto il gruppo degli amichetti beneficiari per far rispondere al sottoscritto, ecco , niente, nemmeno dinanzi a questo nostro atteggiamento collaborativo le cose vanno meglio…. Anzi.

Ecco perché anche quando vedo che Loconte, che si definì un intellettuale di destra, si muove in modo scomposto come assessori e consiglieri miracolati del resto di questa amministrazione, comincio a preoccuparmi. Poi vedo la signorina Francesca Ancora Zitoli, che in un’ospitata televisiva fa un intervento per ricordare quello che si dovrà fare o si è fatto ed ad ogni piè sospinto ripete “ancora”, mi fa tornare in mente la famosa canzone di De Crescenzo e mi sento un po’ più sereno. Peccato che nel frattempo, da assessore alla Cultura, non faccia una piega sul possibile, anzi quasi sicuro addio di un polo universitario, una “carta”, che sedendosi a tavolino per trovare una soluzione, come per incendi e scorrerie notturne di vandali, avremmo potuto giocarci molto meglio. Non che è che se ne va un negozio di Mc Donald. Se ne va un polo universitario. Non è che per far vedere che è rimasto un minimo di comunismo (mah) in questa amministrazione, dobbiamo accompagnare alla porta senza fare una piega, in quanto trattasi di università privata, un ente culturale, che sempre tale resta.

La cultura, se ben organizzata tra politica e istituzioni ed enti privati, funziona sempre. Vedi i privati con cui ci si sciacqua la bocca per il rilancio di Porto e Lungomare fino a Colonna. Non è che c’è il privato buono e quello cattivo. C’è la politica buona e quella cattiva, in funzione ed al servizio del nostro vivere, buono e libero di scegliere più opzioni, garantendo un minimo diritto alla salute. Ecco perché, caro Antonio Loconte se le cose vanno male o questa città perde pezzi, dobbiamo “prendercela” con chi ci governa e che è stato votato. Noi non abbiamo poltrone come ritorno. Ma solo quel buon vivere che ci spetta come cittadini. Questo ce lo dovete.