E’ entrato nel vivo oggi, a Potenza, il processo nei confronti dell’ex procuratore di Trani e poi di Taranto, Carlo Maria Capristo, imputato per tentata concussione, falso in atto pubblico e truffa aggravata: nel corso dell’udienza, durata circa sei ore, sono stati ascoltati i pm baresi Silvia Curione e Lanfranco Marazia, primi testimoni dell’accusa.

La prossima udienza, durante la quale saranno ascoltati altri sette testimoni, si svolgerà il 16 giugno. I due testimoni ascoltati oggi hanno ripercorso – rispondendo alle domande della pm Anna Gloria Piccininni e dei legali presenti in aula – le attività svolte nelle Procura di Trani e di Taranto, il “clima” negli uffici e dei rapporti con Capristo e con altre persone coinvolte nelle indagini. Entrambi hanno spiegato di essere stati stimati da Capristo per un lungo periodo, ma i rapporti sarebbero poi cambiati nel tempo. L’ex procuratore è accusato di presunte pressioni sulla pm Curione, che era in servizio a TRANI quando Capristo era capo di quell’ufficio. Marazia, marito di Curione e ora pm a Bari (stessa sede della moglie), era invece in servizio a Taranto quando Capristo era stato chiamato a guidare quella Procura, dopo TRANI.

Capristo è imputato con i tre imprenditori di Bitonto (Bari) Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo. Secondo l’accusa, in concorso con l’ispettore di Polizia Michele Scivittaro (la cui posizione è stata stralciata perché ha patteggiato la pena a un anno e dieci mesi di reclusione), avrebbero tentato di indurre Curione a procedere in sede penale, senza che ne ricorressero i presupposti, contro una persona che gli imprenditori avevano “infondatamente denunciato per usura in loro danno”. L’ex procuratore fu arrestato il 19 maggio 2020, ed è tornato in libertà ad agosto, dopo circa tre mesi agli arresti domiciliari.