L’appello di Gennaro Palmieri, responsabile della UILDM (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) è accorato ma fermo e dignitoso. La voce quasi rotta, a tratti dall’emozione, ma subito di nuovo, dopo, convinta e decisa, lascia trasparire lo stato d’animo di questo nostro concittadino, impiegato comunale, che da anni lotta contro la distrofia muscolare e, sempre da anni, è responsabile della sezione di Trani della stessa UILDM.

Ecco, appunto, la sede della sezione tranese. Il problema è proprio questo. Il fitto annuo del locale utilizzato, dove mi recai personalmente qualche anno fa per realizzare una videointervista, ammonta a 3.600 euro. Prima dell’inizio della pandemia alcuni imprenditori tranesi di buon cuore avevano sostenuto con contributi volontari quel costo. I proventi del tesseramento facevano il resto. Ora la crisi economica innescata dal Covid ha messo in difficoltà anche quegli imprenditori che fino al 2019 avevano dato una mano a Gennaro e all’associazione.

Il nostro concittadino, che negli anni scorsi era stato l’anima ed il motore della UILDM di Trani, organizzando attività ed iniziative a sostegno degli iscritti, non vede molte alternative. Una soluzione sarebbe quella di spingere più tranesi a sottoscrivere la tessera per la UILDM, in qualità di sostenitori e magari convincere altri concittadini a fare lo stesso. Se ognuno ne portasse altri cinque sarebbe un sogno che si avvera. Un’altra soluzione contestuale che sta tentando Gennaro è che, a fronte del tesseramento, si spera più numeroso, la sede nazionale non tenga per sé il 50% dell’incasso, come da regolamento, ma lo lasci alla sezione tranese.

Gennaro ha provato a chiedere un contributo finanziario di almeno 1.200 euro alla “casa madre” nazionale della UILDM. Ma si tratterebbe sempre di un prestito, eventualmente e non si sa per quanto tempo, da rinnovare, con soldi che andrebbero comunque restituiti.

Un’altra strada, ancora più semplice per i tranesi, sarebbe quella di devolvere il 5 x mille desunto dalla dichiarazione dei redditi. Qui sotto pubblichiamo la locandina con il codice di riferimento. L’ultima opzione, senza il nostro aiuto, sarà quella più triste: che Gennaro e gli altri iscritti debbano rinunciare alla sede. Il nostro è un appello, ma anche un richiamo a riflettere sulla possibilità di aiutare chi potrebbe vedere estinguersi una delle “gioie” della propria vita, un diversivo, un’occasione per avere un punto di riferimento nella lotta ad una malattia difficile già di per sé da “gestire” come la distrofia muscolare.