«Dalle poche informazioni assunte dalla relazione dell’arch. Gianferrini e dalla delibera di Giunta n. 163 del 3/12/2020 non si comprende quale sia l’interesse pubblico che ha giustificato l’inserimento del project financing nello strumento di programmazione delle opere pubbliche. La Giunta è stata un po’ frettolosa, anche i Consiglieri Comunali nella seduta di fine anno non hanno forse valutato le conseguenze di una decisione così affrettata». Scrive così, in una nota, l’ex consigliera comunale di Trani Maria Grazia Cinquepalmi.

«Anche la relazione di valutazione comparativa delle proposte pervenute dalle due società ai sensi dell’art. 183 comma 15 del D.LGS 50/2016 redatta dal Dirigente Arch. Gianferrini è assolutamente fuori termine ed è pertanto illegittima.

Il termine perentorio entro cui valutare la fattibilità delle proposte è di TRE MESI.
La proposta della A.J. Mobilità s.r.l. è di ottobre 2016, la seconda della costituenda RTI Società No Problem Parking – Società SI.GE.A. s.r.l. è di giugno 2019. Il termine perentorio di tre mesi è abbondantemente decorso! Come si fa ad analizzare e comparare due progetti di cui uno di ben 5 anni fa, quello della A.J. Mobilità, non più attuale.

Ancora, nella Proposta di Partenariato Pubblico Privato n. 163 del 3/12/2020 approvata dalla Giunta e nella allegata Relazione non vi sono indicazioni in merito alla fornitura, manutenzione e gestione dei parcometri. Chi fornirà i parcometri, da chi verranno gestiti e manutenuti? Nella Relazione Istruttoria del 18/6/2018 del RUP Geom. Salvatore Ferrante che analizzava gli elementi costituenti la proposta della A.J. Mobilità s.r.l., la società proponente si impegnava a fornire in opera e in esercizio n. 60 parcometri centralizzati, opportunamente aggiornati, dotati di modulo fotovoltaico. Nel progetto della RTI Società No Problem Parking – Società SI.GE.A. s.r.l. nessun accenno alla fornitura, manutenzione e gestione dei parcometri.

Ancora, nessun cenno ad un sistema integrato di mobilità che garantisca benefici alla collettività sia attraverso la previsione di un servizio di navetta da e per le aree a parcheggio più lontane sia mediante la previsione di postazioni “bike sharing” con dotazione di bici a pedalata assistita e perché non pensare anche alle auto ad alimentazione elettrica installando le colonnine per la ricarica magari inglobate nel parcometro e disciplinare le modalità di sorveglianza e controllo delle stesse. Nessun cenno in merito alla realizzazione di “parcheggi rosa di cortesia” riservati alle donne in gravidanza e alle neo mamme.
Preliminarmente sarebbe stato opportuno anche redigere e approvare il Piano Urbano del traffico e conoscere la domanda complessiva dei posti auto in città.

Ancora, sempre dalla relazione si evince un aumento delle tariffe della sosta del 87,5% mentre non vengono menzionate forme di abbonamento per i dipendenti delle attività commerciali attualmente esistenti. Perché non pensare di includere che il servizio di accertamento delle violazioni del Codice della strada, relativamente alla sosta sia svolto dagli ausiliari del traffico ai sensi della L. 127/97 art. 17 commi 132 e 133? Chi pagherà le imposte per le strutture/aree soggette a tassazione come per legge? Chiarimenti necessari per valutare la convenienza dell’operazione.

Allora ci si chiede a queste condizioni forse anche l’Amet sarebbe in grado di incrementare il proprio fatturato programmando gli investimenti così come richiesti dal socio. Piuttosto, è giusto parlare di un danno per il Comune di Trani che in un anno, con 20 parcometri in inverno, 24 in estate ha incassato circa 400 mila euro. Non mi pare che 432 mila Euro di canone concessorio dal secondo anno e per 20 anni sia un affare per la Città di Trani, ma sicuramente è un affare per la ditta appaltatrice. Analizziamo i numeri: l’incremento dell’87,5% delle tariffe della sosta, la triplicazione del numero degli stalli su strada, così come indicati nella relazione, porterebbe incassi per circa 2,1 milioni di Euro all’anno senza considerare l’eliminazione degli attuali abbonamenti per i dipendenti delle attività commerciali.

Con incassi di questa portata anche l’Amet sarebbe in grado di programmare ed affrontare gli investimenti che questa Amministrazione intende realizzare. Con tali numeri la convenienza a gestire il servizio sembra ricadere totalmente sul privato a scapito dei cittadini e certamente non a loro vantaggio in quanto si andrebbero a raddoppiare il costo del parcheggio e probabilmente vedrebbero venir meno il vantaggio derivante dagli abbonamenti. Oltretutto, affidando il servizio ad una società partecipata dal Comune di Trani si manterrebbe il controllo diretto sulla qualità e sulla efficienza del servizio, cosa molto più difficile in caso di affidamento ad una ditta privata.

La questione sollevata dal Sindaco in merito alla problematica dell’affidamento ad Amet del servizio legata all’in house providing è superabile con l’affidamento tramite scissione dei servizi e costituzione di una società che gestisca la mobilità pubblica (parcheggi, trasporto pubblico e darsena). Nessuno sforzo per individuare soluzioni che consentano al Comune di continuare a gestire un servizio sicuramente remunerativo».