Vuole vederci chiaro la famiglia di una donna tranese di 67 anni deceduta il 14 marzo scorso presso l’Istituto oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari. La donna si trovava nella struttura barese perché affetta da un cancro al terzo stadio ma non è chiaro come abbia potuto infettarsi di legionella, Covid-19 e citomegalovirus che le hanno provocato ben tre complicazioni differenti dopo aver scoperto una infezione polmonare poli-microbica che l’aveva costretta al ricovero. La famiglia della 67enne ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari. Troppi i dettagli poco chiari dell’intera vicenda.

La donna, a cui erano stati accertati problemi cardiologici e polmonari, stava seguendo un trattamento di farmaci che le avevano provocato immunocompromissione, ed il costante via vai dal “Giovanni Paolo II”, così come le tante terapie antibiotiche, potrebbero aver favorito l’infezione polmonare. Quando la donna ha manifestato i primi sintomi di una pneumopatia infettiva è stata sottoposta ad alcuni esami che hanno rilevato la positività all’infezione da citomegalovirus, covid-19 e legionella. Gli accertamenti avviati sono volti a capire se la donna possa aver contratto tali infezioni nell’ambiente ospedaliero oppure all’esterno dello stesso e capirne le eventuali responsabilità. La 67enne era stata sottoposta al tampone molecolare prima e durante la permanenza nell’Istituto oncologico, risultando sempre negativa al covid-19. Un mistero che si infittisce e sul quale la famiglia della donna ha chiesto di far luce con la denuncia alla Procura di Bari.

Dopo la morte della 67enne il reparto di Radiologia interventistica è stato chiuso per procedere alla sanificazione degli ambienti. Gli esami condotti nei confronti degli altri pazienti e di medici ed infermieri hanno fatto emergere al momento tre casi sospetti di legionella. Anche la rete idrica della struttura è stata sottoposta ad accertamenti per scoprire l’eventuale presenza del batterio al suo interno.