Anche se chi ha lasciato l’opposizione dice di voler valutare di volta in volta i provvedimenti, quindi in modo tale da non poter parlare di un vero “passaggio”, chi scrive non ricorda, a memoria di cronista, un rapporto, tra maggioranza e opposizione di 24 a 6.

Non so come andrà, non so come finirà, non me la sento di tirare per la collottola più di tanto Tommaso Laurora che sempre nel fiume del centro sinistra ha nuotato ed in fondo, Bottaro o non Bottaro, che viene troppo preso come il riferimento di ogni movimento in politica (uno potrà pur fare il cacchio che gli pare?), lì nel csx è rimasto.

Più che “squartare” Tommaso, io guardo con somma tristezza a chi fino a qualche anno fa gestiva il banco del centro destra, da posizioni apicali e decisionali, con fior di cariche e stipendi incassati, fior di contumelie verso i comunisti e la sinistra, ed ora mangia a quel tavolo. Sinceramente mi mettono più tristezza coloro che si professano di sinistra vera e pura e poi chiudono gli occhi e stringono le spalle e le natiche, dinanzi a mirabolanti maneggi poltronari da vecchi democristiani, che si consumano periodicamente sotto i loro occhi. Ed in questo governo democristiano ci stanno e siedono a tavola.

Con il 24 a 6, pure io sto pensando di cambiare il palinsesto delle mie rubriche. Invece delle Pagelle, pensavo a “Le pizzette con Amedeo”; invece di “Barba e Capelli”, pensavo a “Amedeo servizio completo”; invece de “La Trani di una volta”, pensavo a “Storia della dinastia Bottaro, dal 600 ad oggi”. Invece dell’editoriale di rito, un nuovo gioco con lui, con tanto di telecamere “I soliti assessori”: nel gioco vincono l’assessorato quelli col curriculum più povero e che meno capiscono di politica. Perché una minoranza inesistente è sempre utile, ma una giunta che approva tutto in silenzio è fondamentale.