«Prigioniera di metodi e di approcci tipici di una politica aziendale e sindacale tesa a tutelare interessi di pochi ,sempre gli stessi, figlia di una politica oramai superata dai tempi e dalle leggi. Vittima di coloro i quali da semplici dipendenti determinano gli equilibri
É vittima di coloro i quali, pur essendo dipendenti, assunti negli anni passati senza concorso, ora determinano gli equilibri continuano a condizionare l’azienda, senza voler guardare al futuro. Loro vivono nel passato. Loro forse sono il passato. Loro sono proiettati a difendere i propri interessi pur se legittimi.
Pochi sindacati si sono preoccupati del futuro dell’azienda,dei dipendenti della darsena o più in genere dell’azienda mentre gli altri sono ancorati ai propri interessi. Amet è bloccata, è ferma e prigioniera. È vittima del sistema interno è vittima di un CdA debole ,incapace di scardinare centri di potere legittimi e posizioni oramai consolidate.
“Io li ho i miei interessi”… Questo è la frase tipica di chi vuole continuare a coltivare il proprio orticello… È giunto il momento di liberare l’azienda: il prossimo CDA deve vincere queste sfide, deve finalmente lavorare per progettare il futuro e proiettare Amet nel futuro, altrimenti possiamo anche definitivamente dichiarare la morte di Amet SpA. L’amministratore Bottaro guarda al futuro di Amet mentre altri guardano al passato».