Nuovo colpo di scena nel complesso iter che porterà alle elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini dei Commercialisti ed Esperti contabili italiani. Il Consiglio di Stato, infatti, ha rimesso tutto in discussione, cosa che porterà inevitabilmente al nuovo rinvio del rinnovo degli organismi in scadenza.

La vicenda è quella relativa alla norma elettorale sul rinnovo dei Consigli dell’Ordine che non prevede alcun riferimento ad una necessaria parità di genere al loro interno. Contro questa evidente violazione delle “pari opportunità” si è aperta una battaglia davanti al Tribunale Amministrativo Regionale prima, ed ora davanti al Consiglio di Stato (in via cautelare), per consentire che anche in occasione della tornata elettorale fissata inizialmente per lo scorso mese di novembre 2020, fosse garantita la pari rappresentanza tra i sessi.

Ed in attesa delle decisioni del giudice amministrativo era stato previsto uno slittamento a febbraio 2021 dell’appuntamento elettorale per il rinnovo dei Consigli dell’Ordine.

In primo grado il Tar del Lazio si era espresso consentendo lo svolgimento delle elezioni, soprattutto in considerazione dell’avvio da parte del Legislatore di una riforma della norma in discussione proprio per la parte in cui si prevede di garantire la parità di genere. Solo che questa norma, ove mai il Parlamento fosse riuscito ad adottarla in tempi rapidi, sarebbe potuta entrare in vigore solo tra quattro anni, alla scadenza cioè del mandato elettivo dei Consigli da eleggere a febbraio.

Ebbene, contro questa ipotesi si è espresso il Consiglio di Stato, che in attesa della decisione di merito, ha voluto comunque tracciare la rotta: ha accolto l’appello contro la sentenza del Tar ed ha accolto l’istanza cautelare proposta in primo grado, sospendendo le operazioni elettorali. Operazioni che, a questo punto, è facile prevedere non possano svolgersi prima della fine del prossimo anno.

In particolare la Sezione Terza del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale ha sottolineato che:  «Considerato che l’appello si presenta munito altresì del periculum in mora, giacché anche le ultime novità legislative citate dalle parti, con il lasciare fuori dalle modifiche da esse introdotte le elezioni del 2 e 3 febbraio 2021, dimostrano di non essere in grado di scongiurare il vulnus lamentato dalla parte appellante, la cui esistenza e gravità sembrano condivise dalla medesima ordinanza oggetto di impugnazione; Considerato che in contrario non valgono le argomentazioni svolte anche nella discussione orale dalla difesa erariale, poiché l’ipotesi del consolidamento di un esito elettorale, fondato su regole della cui illegittimità in parte qua nessuno sembra dubitare, appare arrecare un grave vulnus all’ordinamento, senza alcun beneficio per il pubblico interesse sotteso al procedimento elettorale de quo, che, anzi, sarebbe anch’esso vulnerato; Ritenuta la sussistenza delle condizioni per l’accoglimento dell’appello cautelare ai sensi dell’art. 62 c.p.a., con conseguente sospensione degli atti impugnati in primo grado; Ritenuto che a seguito del suddetto accoglimento, il primo giudice, chiamato a pronunciarsi in tempi rapidi sul merito della causa, dovrà valutare quali iniziative assumere relativamente alla denunciata difformità degli atti impugnati dai principi costituzionali (segnatamente: quelli degli artt. 3 e 51 Cost.) e dovrà altresì valutare l’impatto della nuova regolamentazione in corso di approvazione da parte del Legislatore; per tutte queste ragioni si accoglie l’appello».

«Questa decisione del Consiglio di Stato – spiega il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani – sospende il percorso ormai avviato da mesi che ci avrebbe portato al completo rinnovo del nostro Consiglio dell’Ordine. Non possiamo che aderire all’invito dei giudici amministrativi, nella consapevolezza che si tratta di una battaglia di civiltà che non possiamo non condividere. Del resto, il Consiglio dell’Ordine di Trani in questo campo era già proiettato verso l’assoluto rispetto di una norma etica non scritta che è quella della parità di genere. Basti pensare che nel Consiglio uscente sono presenti ben quattro donne che hanno fornito nel corso degli anni un contributo notevole al buon funzionamento dell’organo consiliare. Ora attenderemo l’esito del giudizio di merito, ma soprattutto auspichiamo che il Legislatore colga in pieno l’opportunità concessa dai giudici amministrativi per riformare la legge elettorale e consentirle una rapida entrata in vigore in modo da dissipare ogni dubbio e sbloccare le attività degli organismi rappresentativi dei Commercialisti italiani».