La premiazione è avvenuta il 10 dicembre, giornata mondiale dei diritti umani, nel pomeriggio, non in un luogo specifico di Trani, ma online, sulla piattaforma google meet. Al computer, o su altro device, studenti, genitori, dirigenti scolastici!

Il tutto a conclusione di un percorso partito nell’ottobre scorso, quando il Club per l’Unesco della Città pugliese indisse la quinta edizione di un concorso  rivolto agli studenti degli istituti scolastici di  Trani sull’art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”. Ai ragazzi si chiedeva una personale riflessione sull’argomento.

Numerose le scuole cittadine partecipanti con l’impegno, come da bando, della consegna degli elaborati, presso le sede del Club, entro il 20 novembre. Di conseguenza il lavoro della commissione giudicatrice – composto da: presidente dott.ssa Laura Moscatelli, past presidente avv. Mara Gisotti de Toma, responsabile progetti del Club, prof.ssa Di Staso Grazia, dott.ssa Savina Di Lernia, dott.ssa Elisabetta Nugnes – è stato molto impegnativo «per la grande difficoltà – ha confidato la presidente Laura Moscatelli – nella selezione perché tantissimi erano gli elaborati meritevoli di vincere».

Il primo premio per la scuola di secondaria superiore di primo grado è stato assegnato  all’alunna Nicla Acquaviva dell’Istituto “Bovio-Rocca- Palumbo”.

Il primo premio per la scuola  secondaria superiore di secondo grado è stato assegnato all’allieva Valeria De Vito del liceo scientifico “V. Vecchi”. Seconda classificata Chiara  Borraccino, del liceo Scienze Umane “F. De Sanctis”. Terza classificata Carla  Anna Penza, del  liceo classico “F. De Sanctis”.

Il premio speciale per l’originalità è stato  assegnato a Serena Cinquepalmi del liceo linguistico “F. De Sanctis”.

«Abbiamo apprezzato – dichiara la presidente Laura Moscatelli – la maturità mostrata dagli alunni, perché  hanno focalizzato l’attenzione sul binomio “Violenza e Perdita dell’essenza dell’umanità”. Infatti chi pratica violenza su di un popolo, una donna, un bambino, non solo calpesta la libertà, la salute e la dignità  della vittima, ma anche  quella propria, perdendo la propria umanità. A proposito mi piace citare quanto affermato da una studentessa nella sua riflessione: “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli”. Abbiamo individuato nella cultura, l’arma per combattere la violenza che ci circonda. La cultura apre la mente, coglie e accoglie le diversità fonte di ricchezza per tutti».