Se Amedeo non accetta di dare un assessorato a Fabrizio Sotero, a sua volta (per solidarietà, per non fare un torto all’amico, ma anche più prosaicamente per non giocarsi il posto sudatosi in consiglio comunale) nemmeno Antonio Loconte accetterà l’assessorato.

Se questi sono i problemi di Amedeo II, stiamo freschi. Ora c’è anche l’assessorato ingolfato, ma tant’è, col virus che infuria, queste sembrerebbero davvero bazzecole.
Ma così non è perché quella che sta per nascere è la Giunta che dovrà gestire la barca nei marosi invernali del Covid e ci vuole gente fredda, competente e con le palle.

Non alcune grigie e trasparenti comparse come alcuni dei componenti delle ultime giunte. Non serviranno stavolta provvedimenti intrisi di una certa teatralita’ (varchi o puntatina tra gruppi di pischelli) ma ci vorrà visione concreta sia per gli aspetti sanitari (a Trani posti letto potenzialmente disponibili con “allaccio” dell’ ossigeno predisposto e accanto città vicine con ospedali che esplodono o con attese bibliche, mah!). Nonché gli aspetti socio- culturali: Trani è sempre Trani. I poveri sono sempre tali e la cultura dovrebbe rimanere uno strumento di base anche col Covid.

Detto della banda Loconte Sotero, per il resto se il PD si dovesse accontentare solo di un assessorato con delega a vice sindaco ( Ferrante è il papabile) chiederà di avere più visibilità accomodandosi su altre poltrone ( revisori dei conti, un consigliere in cda STP, uno in Amet e “occupazione della nuova “creatura” di Amiu impianti, di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi).

Il resto della rosa bottariana vedrebbe un terzetto di donne in Giunta: Zitoli – molto probabilmente alla Pubblica istruzione – (con Morollo in consiglio e nel Pd subentrerà Mannatrizio in caso di ok all’ingresso in Giunta di Ferrante), Rondinone e Merra, la Raffa colpita sulla via di Damasco dalla visione bottariana. Ma giorni fa un suo elettore ci confidava: “Non capisco come Raffaella dopo tutti quei voti presi, vada in Giunta nella quale potrebbe saltare al primo rimpasto e non mantenere il legame con tutti quegli elettori”; insomma, dilemmi in salsa “tachteriana”.

Nel Pd rimuginano sugli ultimi sviluppi: uno dei piddini più attempati così ragiona a microfoni spenti:” È chiaro che il sindaco deve darci di più (vedi sopra, nda). Con tutti i voti che gli abbiamo portato dovremmo accontentarci di un solo assessorato (seppur con vice sindaco, nda) alla pari della Zitoli che, entrata per un pelo in consiglio, becca un assessorato? E noi come lei? Non esiste proprio…”.

L’unico nome che il sindaco aspetta, ma sembra sia già pronto, è quello della lista Con Emiliano, quella del trio Corrado, Biancolillo, Nenna, da cui si attende un nome più vicino alla sfera tecnica, ma sempre in capo a loro.

Cirillo, che dovrebbe riavere in Amet il fido Paolillo, riconferma più volte richiesta, è sempre in sospeso tra quest’ultima carica di riferimento ed il nome per un assessorato, vista anche la probabile volontà del duo Sotero Loconte, di non accettare alcuna delega per il proprio gruppo.

In conclusione, ce ne sarà per tutti, onde evitare improvvisi mal di pancia come in passato (gente che non si presentava, non votava o si asteneva, anche su provvedimenti importanti)? No perché ci sarebbe da gestire un futuro difficile per una Trani spesso in affanno. E non solo per il Covid (che di affanno ne dà).