Sospeso dalle proprie funzioni dopo la condanna a 4 anni. Il Csm presenta il duro conto all’ex pm di Trani Luigi Scimé dopo la sentenza pronunciata il 9 luglio scorso dal gup di Lecce, in cui Scimé è ritenuto colpevole tanto quanto l’ex collega Antonio Savasta nell’inchiesta “sistema Trani”. Secondo l’accusa l’ex pm di Trani avrebbe messo mano sui fascicoli dell’imprenditore coratino Flavio D’Introno in cambio di 75mila euro in contanti. Antonio Scimè, tuttavia, è rimasto in servizio durante il processo dopo che il Csm ha accolto la richiesta della difesa di attendere l’esito del giudizio abbreviato prima di una eventuale sospensione comunque automatica in caso di reati svolti durante l’esercizio delle proprie funzioni. Luigi Scimè, ora, è pronto a presentare appello contro la condanna nella quale è prevista anche la confisca dei 75 mila euro, l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la destituzione dalla magistratura.

Mercoledì 9 settembre il processo “sistema Trani” riprenderà davanti alla seconda sezione del Tribunale di Lecce. Ad essere ascoltato sarà il luogotenente dei carabinieri di Barletta, Saverio Santoniccolo, colui che ha condotto le indagini dopo le denunce di D’Introno.