«L’archivio costituisce la memoria storica di una comunità e rappresenta l’unico mezzo per documentare i fatti del passato la cui conoscenza può essere indispensabile per studiare i presupposti onde avviare una azione futura. Realizzare l’obiettivo di metterlo a disposizione per la ricerca storica, cioè garantirne la conservazione, la custodia e la consultazione, rappresenta un indubbio salto di qualità per la Sezione di Archivio di Trani»: parola di Michele Grimaldi, funzionario archivista, responsabile della Sezione di Archivio di Stato di Barletta, chiamato a sostituire dall’1 giugno prossimo la dott. Lucia Attolico nel ruolo di responsabile dell’Archivio di Stato di Trani, come comunicato con una nota la dott.ssa Antonella Pompilio, direttore dell’Archivio di Stato di Bari.

Approssimandosi il collocamento in quiescenza della Attolico, e «nella totale assenza presso la Sezione stessa, a causa dei collocamenti in quiescenza susseguitisi negli ultimi tempi, di altre figure professionali in grado di svolgerne le mansioni», Grimaldi in queste settimane avvierà un periodo di collaborazione con Attolico, per «l’acquisizione di una migliore conoscenza e consapevolezza dell’andamento delle attività lavorative presso la Sezione di Trani, nonché delle caratteristiche specifiche del patrimonio archivistico in essa conservato, ai fini dell’assistenza agli utenti», in particolare prestare assistenza ai ricercatori e studiosi nell’ambito del servizio all’utenza.

«Ovviamente, visto il periodo nefasto che attraversiamo, i problemi che vive l’Archivio di Stato di Trani, non possono e tantomeno devono essere in cima ai nostri pensieri ma tant’è, ci sono e bisognerà risolvere anche quelli» spiega Grimaldi, e specifica: «In cima a tutti l’ormai “globale” grana della mancanza di personale che ha ridotto del 60% l’organico del Ministero culturale negli ultimi 30 anni, ed in particolare a Trani l’Archivio ha visto passare i dipendenti da 16 a 5. Si capisce bene che il grossissimo nodo non sarà possibile risolverlo in loco ma saranno le “alte sfere” romane, Ministro Franceschini in testa, a mettere mano alle soluzioni più idonee per non far chiudere gli istituti culturali per mancanza di personale».

L’Archivio a disposizione della ricerca: «Debbo sinceramente confessare che è stato e lo è ancora, durissimo combattere l’idea che identifica l’archivio come un ammasso di carte polverose, abbandonate all’umido di uno scantinato o in soffitta all’insidia della pioggia e dei topi; una quantità di materiale esposto all’incuria o addirittura considerato ingombrante, la cui conservazione si continua a tollerare a mala pena nella ristrettezza degli spazi: è questa, purtroppo – sottolinea Grimaldi – l’immagine o la concezione che non tanto e non solo l’uomo qualunque ma anche il proprietario, privato o pubblico, ha spesso delle proprie carte d’archivio».

E il raggiungimento degli obiettivi valorizzazione e divulgazione, «favorita dalla sempre stretta ed auspicata collaborazione tra l’ente Archivio e quello Comune, è alla base del futuro della Sezione di Trani. Si spera quindi che gli archivi storici locali continuino, affiancati dalle istituzioni locali, a mutare il loro status da patrimonio elettivo di pochi eruditi e studiosi di professione, ad istituti aperti a strati sociali più larghi e questo attraverso efficaci mediazioni culturali. Solo allora cominceranno strumenti di autentica educazione e non méri reperti archeologici  di un passato che non vive più nelle coscienze».