Governare un Paese è una questione complessa con tante variabili da tenere in considerazione soprattutto se si approcciano tematiche ambientali. Legambiente ha sempre cercato di offrire un contributo alla politica dell’ecologia e del buongoverno attraverso un ambientalismo scientifico maturo, propositivo e combattivo ove l’approccio non sia quello del ” No ad ogni costo”, ma quello del “si può fare ma a certe condizioni”. In tale ottica Legambiente Trani, con riferimento alle vicende della discarica cittadina e dell’impianto di trasformazione di rifiuti organici intende continuare a promuovere confronti ed investigazioni scientifiche per individuare un piano complessivo e realistico che analizzate tutte le varianti consenta di condividere soluzioni che salvaguardino nel tempo sostenibilità ambientale e sociale a vantaggio della comunità e dell’ambiente.

In tal senso quanto alla risoluzione della vicenda della discarica municipalizzata di Trani giova ricordare come ci si trovi al cospetto di una ex cava la cui ultimativa destinazione non può che essere un intervento che la ricolmi completamente e la riporti al piano di campagna onde attenuare o meglio ancora e definitivamente eliminare la penetrazione di acque meteoriche. Solo con un tale obbiettivo le attività di bonifica potranno garantire una concreta e duratura messa in sicurezza. Gli interventi tampone rischiano di essere cosa vana se non si avrà il coraggio di proclamare la necessità di riaprire la discarica, come unica via per colmarla e portarla a fine ciclo. Solo con una tale determinazione sarà possibile imporsi nei confronti della Regione come di ogni “interesse forte” restituendo al territorio il pieno governo della discarica municipalizzata, potendo solo in quel caso imporre la tipologia di rifiuti certamente inerti o quantomeno stabilizzati da recepire e di conseguenza pretendere, come apparirebbe dalla lettura della attuale documentazione, che l’impianto di trattamento del percolato sia asservito e tarato unicamente sulle esigenze della discarica cittadina. Non è possibile continuare a richiedere una messa in sicurezza della discarica ma contestare la necessità di colmarla per chiuderla e non considerare il costo ambientale dei nostri rifiuti costretti a viaggiare per tutta la Regione. Non si possono contestare le spese di emungimento del percolato e poi scandalizzarsi quando arrivano finanziamenti per un impianto di trattamento in loco. Non si può invocare e pianificare la raccolta differenziata e poi opporsi ad impianti di trattamento dell’organico.

Tale approccio schizofrenico deve essere sostituito da atteggiamenti ragionevoli e coerenti volti a pretendere, attraverso riacquisite ed unitarie posizioni di forza, precise garanzie e condizioni attraverso un controllo pubblico che coinvolga fattivamente anche la costituenda consulta ambientale cittadina. La stessa che potrebbe essere chiamata a monitorare attività che possano pregiudicare il patrimonio storico ed ambientale della città ed imporre preventivamente seri studi di fattibilità e Valutazioni di Impatto Ambientale e Paesaggistico allorquando si propongono interventi come accaduto per i pianificati lavori di messa in sicurezza delle mura storiche della Villa Comunale o allorquando si consente di alterare il profilo urbano con la realizzazione di “grattacieli” prossimi alla costa.

Lucia De Mari