Il 17 aprile 2019, a Trani, presso la Biblioteca diocesana, Piazza Cesare Battisti 16, alle ore 17.30, promosso dall’Ufficio diocesano cultura e comunicazioni sociali, si terrà l’incontro formativo sul tema “I limiti al diritto di cronaca e tutela della privacy. Le evoluzioni della normativa nazionale sulla privacy nel contesto europeo. Le più importanti sentenze della Cassazione”.

Intervengono:

  • Pasquale Zucaro, Avvocato
  • Giuseppe Faretra, Giornalista

L’evento è stato accreditato dall’Ordine dei giornalisti con cinque crediti deontologici. 

Dal 2004 è  entrato in vigore il codice per la protezione dei dati personali, solitamente noto anche come codice della privacy, che ha circoscritto le situazioni relazionali e sociali dei cittadini fornendo, talvolta, un sfera personale.

Possiamo così notare che il diritto alla protezione dei dati personali è stato a lungo incorporato all’interno del diritto alla privacy, e solamente negli ultimi decenni si è giunti al punto in cui questi due diritti sono cominciati a essere anche ma non sempre considerati in modo distinto. Il settore che deve essere attento, in modo particolare è quello dell’informazione. Negli ultimi centocinquant’anni abbiamo avuto l’evoluzione del concetto di privacy nel concetto sociale moderno con le esigenze sempre maggiori nel campo dell’informazione e dello sviluppo dell’editoria. Con l’evoluzione sempre più articolata dei mezzi di comunicazione sociale, i dati, le informazioni personali sono anche diventati merce per profilare persone, comunità e per proporre servizi e oggetti a target. A questo punto, la nascita dei vari social network hanno messo in discussione diversi aspetti. Il giurista Stefano Rodotà diceva: “Com’è definita l’identità? In passato si diceva: “Io sono quello che dico di essere”. Oggi, siamo quello che Google dice che siamo. Siamo sempre meno persone, sempre più profili”.  E’ stato con la proclamazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE23 che per la prima volta si è voluto elevare la protezione dei dati personali a diritto fondamentale, tanto quanto lo sono il diritto alla privacy o il diritto di espressione. Rodotà ha definito la Carta dei diritti fondamentali dell’UE come il punto finale di un’evoluzione che ha portato ad una separazione della privacy e della protezione dei dati personali. Proteggere i dati personali di una persona significa dunque da una parte tutelare la sua privacy, ma dall’altra assorbe anche ad altri obiettivi, ed è per questo che con il tempo è stato riconosciuto come un diritto a sé stante. In primis, per molti giuristi, tra i quali Rodotà, Rouvroy e Poullet, la legislazione sulla protezione dei dati personali si basa su importanti valori etici, uno su tutti quello la garanzia della dignità umana.  Il fatto che la protezione dei dati personali tuteli la privacy delle persone, e così facendo salvaguardi una pluralità di libertà dell’individuo, non è in contraddizione con la possibilità che al tempo stesso si vadano a ridurre altre libertà fondamentali. Vi sono numerosi autori e sentenze che analizzano la privacy con un modello di “costo opportunità”, dove la sua tutela viene contrapposta ad altri diritti, in particole la sicurezza nazionale e la libertà di espressione come in modo particolare e peculiare come la professione giornalistica. L’Ordine nel corso degli anni ha stilato delle carte deontologiche per tutelare i professionisti della comunicazione e i vari soggetti.