L’assessore al bilancio, Luca Lignola, risponde alla lettera di denuncia di un cittadino in relazione agli accertamenti Tares 2013.

«Un cittadino\contribuente si è sentito ingiustamente accusato dall’amministrazione di essere un evasore e ha manifestato il suo malumore con una lettera aperta pubblicata da alcuni organi di informazione. Ritengo corretto fare alcune puntualizzazioni in merito. Nessuna accusa indiretta di evasione è stata mossa, anche perché tecnicamente evasore è colui che occulta un imponibile e non è il caso in questione, ma più semplicemente l’ufficio tributi  ha effettuato una verifica dei pagamenti effettuati dai cittadini e relativi alla Tares annualità 2013 e avendo riscontrato delle situazioni irregolari (omessi pagamenti e/o parziali pagamenti) ha inviato delle lettere di sollecito  invitando i contribuenti a regolarizzare le proprie posizioni. Successivamente i contribuenti che non hanno regolarizzato le loro posizioni, nonostante il sollecito, hanno ricevuto avvisi di accertamento con sanzioni ed interessi», queste le parole dell’assessore Lignola.

E continua: «Il cittadino\contribuente sostiene che il sollecito non è previsto dal regolamento (un atto che, anche se non obbligatorio, ritengo sia opportuno al fine di ridurre i contenziosi ed i disagi) ma soprattutto contesta l’errata interpretazione del regolamento in base al quale l’avviso deve limitarsi a richiedere il pagamento dell’imposta maggiorata delle sole spese di notifica e non anche degli interessi e delle sanzioni. Il cittadino\contribuente afferma che il suo è un comportamento ligio al regolamento. Non contesto questo ma mi limito ad osservare che, a fronte di un servizio reso nel  2013, sino ad oggi non è stato pagato il corrispettivo dovuto e non contestato:  talvolta applichiamo nei confronti dell’Ente pubblico un comportamento distorto rispetto a quello tenuto nei rapporti tra privati dove, al ricevimento di un bene o di una prestazione segue, salvo diverso accordo, un regolare pagamento, un po’ come se andassimo al panificio e comprassimo il pane pretendendo di pagarlo dopo tre anni senza avere alcuna rimostranza da parte del panettiere».

«Onestamente i rilievi mossi dal cittadino\contribuente non sono formalmente infondati ma, se è vero che i regolamenti vanno rispettati, è altrettanto vero che il senso civico, nei limiti delle situazioni soggettive, impone il rispetto dei termini di scadenza previsti, evitando l’emissione di solleciti e avvisi di accertamento, permettendo così all’Ente di rispettare in maniera altrettanto puntuale gli impegni verso terzi e la città. Mi preme sottolineare che l’ufficio in data 25/05/2016 ha risposto al cittadino/contribuente illustrando le ragioni per le quali ritiene corretto il comportamento adottato fornendo una interpretazione legittima quanto quella opposta. Al  cittadino\contribuente, che ho incontrato per verificare le sue eccezioni, comunico  che  ho richiesto ai responsabili dell’Ufficio un approfondimento della questione per valutare se vi fossero i presupposti per modificare l’ atto in autotutela; l’ufficio ha ribadito la correttezza dell’atto  adottato e la non sussistenza di ragioni per modificarlo; qualunque altra mia richiesta  sarebbe stata un’ ingerenza non corretta  e poco rispettosa della professionalità della dirigente e della responsabile dell’aera Tributi ( sarebbe stato  come chiedere di annullare una multa elevata ad un mio conoscente): stando così le cose sarà la Commissione Tributaria a valutare la regolarità dell’atto e a decidere sulla sua parziale infondatezza», prosegue Lignola.

E infine: «Concludo la precisazione riconoscendo al cittadino\contribuente, nonché amico, la notevole preparazione nell’ambito degli atti impositivi di pagamento (non potrebbe essere altrimenti data la serietà con cui svolge il suo lavoro) e rinnovo l’invito a collaborare con l’amministrazione per migliorare il rapporto tra Ente e cittadini/contribuenti. Solo con il contributo delle persone preparate e capaci si possono redigere regolamenti migliori riducendo al minimo gli spazi interpretativi che possono creare fastidiosi contenziosi, chiaramente resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento».