È passato quasi un mese dal tragico incidente sulla Bari Nord e ancora non si è giunti ad una svolta nelle indagini. I Verdi, tornano a parlare di “responsabilità e ipocrisie”: «All’indomani del disastro Ferroviario della Bari-Nord nel territorio andriese e, dopo il necessario silenzio, è inevitabile che la politica torni a svolgere il suo ruolo, per una volta magari, affrancandosi dalla costante ipocrisia. Abbiamo rispettato il dolore dei parenti, non abbiamo presenziato ad alcuna agorà, abbiamo creduto che il silenzio fosse l’unico rispetto per le vittime, ritenendo qualunque altro gesto, una  inutile passerella mediatica ed un falso accostarsi al dolore. Dolore, che non può che essere dei soli parenti e che nessun mai potrà edulcorare. Questa sciagura ripropone ormai il grande tema delle infrastrutture, il grande divario tra investimenti al Nord, piuttosto che al Sud, il controllo dei capitali rispetto ai servizi e ai bisogni. La difesa degli interessi dei pochi, piuttosto che l’attenzione ai veri problemi del paese».

Proseguono nella nota inviata alla stampa: «Noi Verdi, siamo stati sempre ritenuti responsabili, da gran parte dell’opinione pubblica e dai concorrenti Politici, per aver bloccato l’Italia, per aver ostacolato le grandi opere, per non aver ammodernato il Paese. Invero lo abbiamo difeso dalle grandi speculazioni e dalle inopportune infrastrutture che avrebbero ingrassato i conti dei politici, dei funzionari e delle imprese speculatrici. Pertanto anche alla luce di questi tragici avvenimenti riproponiamo la nostra unica vera grande opera infrastrutturale che abbiamo sempre invocato: la messa in sicurezza dell’Italia intera. L’ammodernamento del Paese Italia passa attraverso la sistemazione dell’esistente, la sua messa in sicurezza, senza ulteriore consumo del territorio. La messa in sicurezza non riguarda solo e soltanto l’assetto idrogeologico ma tutte le opere eco-compatibili, in grado di migliorare la nostra qualità della vita e in difesa della stessa».

Cesareo Troia, co-portavoce regionale dei Verdi sostiene: «Riteniamo che questo possa essere il volano che faccia ripartire economicamente l’Italia. La rete di collegamenti tra nord e sud, tra Adriatico e Tirreno. Se si considera che la Sicilia sta franando e che le condutture di rete idrica in tutta Italia sono a rischio e che buona parte dell’acqua si disperde lungo la rete ormai obsoleta. Che la sicurezza stradale, ferroviaria è seriamente compromessa ci chiediamo: com’è possibile pensare alla TAV o al Ponte sullo stretto se ci sono queste emergenze che mettono a rischio la vita dei cittadini?  Non serve il ponte sullo stretto di Messina se non hai ancora una rete ferroviaria efficiente, delle strade di collegamento veloci, se Bari non è perfettamente collegata a Napoli, a Roma a Reggio Calabria a Salerno ecce cc; se le strade esistenti non sono percorribili e crollano al minimo scroscio di pioggia, che, per le alluvioni e le frane sempre più frequenti, alcune città vengano sommerse dal fango e alcune montagne si sgretolano al suolo, mietendo solo vittime».

E conclude: « Il Sud è in estremo ritardo anche rispetto alla tecnologia. E’ inimmaginabile che lungo la tratta della Bari Nord non ci siano sistemi di sicurezza tali da scongiurare episodi del genere, in un’epoca in cui le auto si muovono senza pilota, gli elettrodomestici si comandano con le APP dal cellulare,  che puoi aprire casa, chiuderla, inserire antifurto, accendere le luci  ecc. ecc. con il solo cellulare. Allora la domanda che poniamo è semplice…Non ci sono domande. Perché si attendono solo risposte».