Home breaking “Sistema Trani”, chiuso il secondo filone. In carcere Sergio De Feudis

“Sistema Trani”, chiuso il secondo filone. In carcere Sergio De Feudis

19 gli avvisi di conclusione delle indagini: spesa fasulla per 2 milioni

E’ il secondo filone del cosiddetto “Sistema Trani”, un complesso apparato politico-affaristico, a giungere al termine delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani ed affidate a Digos e Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari. Un’arresto è stato eseguito stamane nei confronti di Sergio De Feudis, responsabile dell’Ufficio Ragioneria e già assessore alle finanze, accusato di associazione per delinquere assieme all’ex Dirigente del settore Contratti ed Appalti nonchè ex comandante della Polizia Municipale oltre all’ex responsabile dell’ufficio appalti e staff. 19, invece, le notifiche ad altrettanti ex dirigenti e funzionari del Comune di Trani, oltre ai vertici di alcune ditte appaltanti di diversi servizi per conto dell’ente stesso. Per loro vari i reati contestati tra cui peculato, concussione, falso materiale ed ideologico in atti pubblici, abuso d’ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, turbativa d’asta.

Un’indagine complessa e scaturita nel 2014 dopo la denuncia di una ex funzionaria del settore risorse finanziarie che formalizzò le sue perplessità su alcune condotte degli uffici prima al Sindaco Riserbato e successivamente, assieme allo stesso Primo Cittadino allora in carica, direttamente alla Procura della Repubblica. In particolare nel dicembre 2014, il primo filone di quella stessa indagine sul cosiddetto “Sistema Trani”, portò ad alcune ordinanze di custodia cautelare in carcere ed ai domiciliari nei confronti di diversi politici ed amministratori del Comune di Trani. Al centro dell’inchiesta vi era in particolare l’appalto della vigilanza dei palazzi comunali. Da quel momento l’ente è stato posto sotto la lente d’ingrandimento della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e della Polizia Postale. Si è così giunti alla conclusione che vi erano state alterazioni informatiche continue e continuative nel sistema di contabilità comunale, in particolare sui capitoli di spesa e sui pagamenti a favore di alcuni fornitori. Non solo alterazioni informatiche ma anche proroghe illegittime degli appalti perpetrate in violazione proprio del codice specifico. Le indagini del primo filone si concentrarono sul biennio 2012-2014, mentre in questa seconda parte delle indagini si è scavato sino al quinquennio 2008-2013.

In questa rete sono stati già bloccati impegni di spesa gonfiati per circa 2 milioni di euro mentre sono state accertate liquidazioni di compensi non dovuti per 500mila euro nei confronti del fornitore dei servizi di vigilanza degli immobili comunali oltre a 168mila euro per i servizi di attacchinaggio e data entry. Il sistema ideato prevedeva in sostanza, sistematici abusivi ricorsi, come detto, alle proroghe dei servizi pubblici per favorire fornitori amici, oltre alle sistematiche falsificazioni informatiche degli impegni di spesa perpetrate dal funzionario arrestato, coperte ed avvallate dagli atti e dalle determine di liquidazione di spesa adottati dagli altri due dirigenti responsabili dell’Ufficio Appalti. Falsificazioni che hanno permesso di liquidare i compensi maggiorati e non dovuti.

Grazie a questa indagine, parte di questi soldi illegittimamente impegnati, sono stati bloccati e nuovamente restituiti alle casse comunali. In cambio dei “favori” vi erano state, come ha confermato la Procura, diverse assunzioni nelle aziende fornitrici compiacenti. Particolare a cui la Procura ha fatto anche riferimento, è che la richiesta d’arresto e l’avviso di conclusione delle indagini erano già pronte sin dai primi giorni del mese di marzo.

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