Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma dell’avv. Vincenzo Pappolla, legale dei già dipendenti della società partecipata A.M.E.T. S.p.A. con mansioni di Ausiliari della sosta a pagamento, licenziati dopo oltre quattordici anni di ininterrotto servizio:
«Nella qualità di legale dei già dipendenti della società partecipata A.M.E.T. S.p.A. con mansioni di Ausiliari della sosta a pagamento ed attualmente licenziati dopo oltre quattordici anni di ininterrotto servizio e si sottolinea con un contratto a tempo indeterminato ottenuto a seguito di superamento con esito positivo di un bando di concorso ad evidenza pubblica, intendo manifestare pubblicamente la profonda contrarietà dei miei assistiti nei confronti di una cessazione del rapporto di lavoro che si configura come palesemente ingiustificata e lesiva della loro dignità professionale.
Pur omettendo, in questa sede, considerazioni tecniche in merito al licenziamento irrogato ai lavoratori – che, per ragioni di tempistica, sarà doverosamente affrontato nelle opportune sedi giurisdizionali, malgrado i reiterati tentativi dello scrivente di addivenire a una risoluzione extragiudiziale del conflitto – ritengo imprescindibile soffermarmi su un concetto che appare essere stato mal travisato, se non addirittura strumentalizzato, tanto dalla società A.M.E.T. S.p.A. quanto dall’Amministrazione comunale di Trani: quello di stabilità occupazionale e di contratto a tempo determinato (quest’ultimo decisamente fuori luogo).
Dalle recenti dichiarazioni apparse sugli organi di stampa locali abbiamo appreso che i lavoratori addetti al servizio sosta sarebbero destinati ad una ricollocazione presso la nuova società aggiudicataria dell’appalto, così da salvaguardarne – si afferma – la continuità lavorativa. Tuttavia, le condizioni effettivamente prospettate ai lavoratori si discostano in modo radicale da tale narrazione, smentendo di fatto le rassicurazioni offerte in sede politica e rivelando de facto l’assenza di una vera clausola sociale.
All’uopo si evidenzia che ai lavoratori licenziati è pervenuta una proposta di assunzione da parte della nuova società appaltatrice, ma la stessa prevede un contratto a tempo determinato di soli tre mesi, subordinato al previo superamento di un corso formativo per lo svolgimento della mansione di Ausiliario del Traffico (ADT), da tenersi presso il Comando di Polizia Locale, nonché al successivo rilascio del decreto di nomina da parte del Sindaco. Il contratto, inoltre, prevede un inquadramento al V livello del C.C.N.L. Terziario, Distribuzione e Servizi, con un monte ore settimanale pari a trenta.
Tale offerta, già di per sé precaria, comporterebbe per i lavoratori – assunti ab origine a tempo INDETERMINATO mediante pubblico concorso, in epoca antecedente all’entrata in vigore del Jobs Act – la perdita dello status acquisito, l’azzeramento dell’anzianità maturata e l’applicazione di un contratto collettivo del tutto diverso e meno favorevole.
Alla luce di ciò, parlare di stabilità occupazionale appare quantomeno improprio, se non addirittura offensivo: ci si trova, al contrario, dinanzi a una palese condizione di precarietà, con inevitabili ricadute sociali e personali.
Una simile dinamica, oltre a ingenerare confusione e incertezza nel tessuto lavorativo cittadino, si pone in evidente contrasto con i principi sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione, che riconoscono rispettivamente il diritto al lavoro e la tutela dello stesso in tutte le sue forme da parte della Repubblica.
In ultimo, apprendo dalle testate giornalistiche e dalle dichiarazioni rese alle stesse dai politici locali che i lavoratori da me assistiti erano assunti con contratto a tempo determinato, tali affermazioni devono ritenersi assolutamente, non corrispondenti al vero, i dipendenti, si ribadisce, erano tutti regolarmente assunti con contratto a tempo indeterminato a seguito di concorso ad evidenza pubblica pertanto lavoratori A.M.E.T. S.p.A., pertanto nessun termine è mai stato apposto al loro contratto di lavoro.
Si auspica, pertanto, un’immediata assunzione di responsabilità da parte di A.M.E.T. S.p.A. e, soprattutto, del Comune di Trani, nella sua veste di socio unico e soggetto deputato al controllo della società partecipata, affinché venga finalmente adottato un approccio improntato a maggiore rigore giuridico e onestà intellettuale nella gestione di una vicenda che tocca diritti fondamentali e principi costituzionali non negoziabili».





































