Si è celebrata ieri davanti al gup del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, l’udienza nel processo sulla morte del giovane chef Raffaele Casale avvenuta il 16 agosto del 2017 dopo una caduta con la sua moto in via Martiri di Palermo a Trani. Il giudizio si sta svolgendo con rito abbreviato e ieri era attesa già la sentenza nei confronti degli unici due imputati nel procedimento. Ma dopo due ore di dibattimento c’è stato un nuovo rinvio al 18 febbraio del prossimo anno per ulteriori approfondimenti. Il pubblico ministero, infatti, come già accaduto in passato ha chiesto l’assoluzione ma il giudice si è riservato poiché, nel corso del dibattimento, sarebbero emerse ancora delle incongruenze su quanto avvenuto anche grazie ad altri elementi portati dagli avvocati di parte offesa.
I due imputati a processo nella vicenda sono Francesco Patruno, funzionario del Comune di Trani e rup del contratto di servizio con l’azienda dell’igiene urbana AMIU, e l’amministratore unico dell’azienda all’epoca dei fatti Alessandro Guadagnolo. Il rinvio è stato accolto comunque con favore dai familiari di Raffaele Casale che si stanno battendo da anni per arrivare ad un processo e, soprattutto, a comprendere con esattezza se ci fossero state delle negligenze che portarono poi all’incidente in moto di quella notte. E la gestazione per l’arrivo in aula è stata molto lunga dopo una prima archiviazione e ben altre quattro richieste di archiviazione del procedimento. Almeno sino ad agosto del 2023 dopo le continue opposizioni della famiglia di Raffaele Casale quando il gip del Tribunale di Trani Lucia Anna Altamura ha disposto l’imputazione coatta per i due accusati di concorso in omicidio stradale per quell’incidente considerando che quella strada, quella notte, non sarebbe stata ripulita dagli aghi di pino al momento della caduta del motociclista. Potrebbe essere stata questa una delle cause della caduta fatale considerata la scarsa aderenza sull’asfalto. Il processo dovrebbe stabilire, considerando anche lo svolgimento dell’incidente probatorio a luglio del 2023, le eventuali responsabilità dei due indagati tra cui, come detto, c’è il funzionario del comune Francesco Patruno che però in quel mese di agosto del 2017, come emerso nella altre udienze, era assente dal lavoro per ferie. Se per i familiari di Raffaele quella strada doveva esser pulita per le difese non può esser quella la causa della morte del giovane chef.
Nel frattempo erano comunque già state archiviate le posizioni degli altri tre indagati e cioè una donna al volante di una vettura che seguiva Casale in sella alla sua moto, del comandante della Polizia Locale e del dirigente dell’Area Lavori Pubblici dell’epoca del Comune di Trani.
Nel procedimento figurano persone offese padre, madre e sorella del giovane che nel frattempo hanno avviato anche una causa civile.





































