Un maxi sequestro da 65 milioni di euro è stato eseguito dalla Guardia di Finanza a Trani per i reati di bancarotta fraudolenta , autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento di debiti verso l’Erario.

Il provvedimento riguarda quattro persone: Gianbattista Scaringi e Maddalena Chieti (marito e moglie), il figlio Giovanni Scaringi e Massimiliano Di Martino. E cinque società riconducibili al gruppo: Scaringi srl, Scagi srl e New srl con sede a Trani, l’Immobiliare Chiscan con sede legale ad Ostuni, e l’Immobiliare Scachis srl con sede legale a Giovinazzo. L’inchiesta nasce da un programma di edilizia convenzionata col Comune di Trani – il cosiddetto “Contratto di Quartiere II” – affidata ad un’ATI composta da tre società edili amministrate dalla stessa persona. Tre imprese che, secondo gli inquirenti, avrebbero omesso il versamento di oltre 2 milioni di euro di oneri di urbanizzazione previsti dalla convenzione. Su quegli oneri, nel 2016, il TAR Puglia aveva già ingiunto il pagamento. Per la Procura, da quel momento sarebbe stato messo in piedi un sistema fraudolento per sottrarsi al pagamento dei debiti: operazioni distrattive di patrimonio dalle società originarie verso altre società riconducibili allo stesso imprenditore, compravendite immobiliari fittizie, simulazione di pagamenti mai incassati e scritture contabili artefatte. Operazion che hanno determinato il dissesto patrimoniale delle società coinvolte, fino alla liquidazione giudiziale decisa dal Tribunale di Trani. Ma non solo: secondo gli investigatori, dopo i fallimenti le due società acquirenti avrebbero proceduto a scissioni societarie, con ulteriore frammentazione degli immobili in tre nuove imprese edili, sempre – secondo l’accusa – comunque riconducibili alla stessa sfera familiare. La Procura di Trani ha emesso il decreto di sequestro preventivo per 112 unità immobiliari, denaro, strumenti finanziari, quote societarie, crediti fiscali, per un totale di circa 40 milioni; più il sequestro “per equivalente” di tre immobili, altri 9 compendi aziendali relativi a 8 società ed una ditta individuale, comprensivo di 237 unità immobiliari e 13 automezzi, per ulteriori 25 milioni di euro.

Sono in corso le verifiche delle Fiamme Gialle per tutelare eventuali acquirenti in buona fede per i quali non scatterà il sequestro.