Il malcontento della cittadinanza tranese sulla tenuta “civica” e socio politica dell’Amministrazione Bottaro – Ferrante e sul comportamento incivile di molti individui, non si limita a post o dispute sui social.

Questa volta, a dimostrazione che trattasi di un malumore diffuso, quasi organico dal punto di vista di tanta parte dei cittadini onesti e osservanti le regole, che spesso preferisce rimanere in silenzio, questa volta, dicevo, è un gruppo di tranesi che scrive alla redazione di Trani News 24 City, incoraggiato a sua volta dal nostro impegno nel segnalare puntualmente disservizi e disagi, per fare presenti alcune criticità, come si usa dire oggi, riguardanti la Città. A loro la parola attraverso un intervento puntuale e dettagliato che vi consiglio di leggere con attenzione per poi, eventualmente, commentare dicendo come sempre la vostra.

“Con la fine dell’estate e il ritorno imminente tra i banchi di scuola, si riaccende – o almeno dovrebbe – la riflessione su uno dei temi più importanti per la convivenza civile: l’educazione civica. Non quella fatta di definizioni e articoli di legge imparati a memoria, ma quella vera, che si pratica ogni giorno nelle strade, nelle piazze, nei quartieri, nel modo in cui ci si rapporta alla città e agli altri.

Trani, in questo senso, sembra aver smarrito la bussola. Passeggiare per le vie del centro storico o per i quartieri più frequentati significa imbattersi in un quadro sempre più desolante. Marciapiedi sporchi, pietra annerita dalla sporcizia accumulata, sacchi d’ immondizia abbandonati accanto a cestini stracolmi. E poi cattivi odori, incuria, angoli trasformati in piccole discariche urbane. Uno scenario che stride con l’immagine che Trani vorrebbe – e potrebbe – offrire, soprattutto come città turistica, culturale, viva.

Se da un lato sembra giusto puntare il dito contro le istituzioni, serve anche onestà intellettuale: una parte rilevante della responsabilità è dei cittadini stessi. Perché se è vero che la maggioranza delle persone è rispettosa, educata e consapevole del valore del bene comune, esiste purtroppo una minoranza rumorosa – e sempre più visibile – che con arroganza e maleducazione compromette la vivibilità della città.

Ci sono quelli che gettano rifiuti per strada in pieno giorno, con noncuranza. Quelli che parcheggiano in doppia, tripla fila o addirittura contromano, anche nelle zone a traffico limitato, pur di evitare qualche metro a piedi o una sanzione. E ancora, motociclisti che sfrecciano a tutta velocità durante la notte per le vie della città (soprattutto via Malcangi), locali e attività commerciali che occupano spazi pubblici e perfino strade senza permesso con bidoni dell’immondizia e piante troppo ingombranti, senza curarsi minimamente dell’impatto sul decoro urbano, sui pedoni, sulle persone con disabilità o sui residenti in cerca di un parcheggio.

Tutto questo accade spesso sotto gli occhi di tutti. Ma nessuno interviene. Perché – come sanno in tanti – anche segnalare questi comportamenti è quasi sempre inutile: le pattuglie della Polizia Locale non arrivano in tempo, e il cittadino maleducato, in pochi istanti, è già sparito lasciando dietro di sé disordine, sporcizia o un’auto d’intralcio.

La mancanza di controlli visibili e tempestivi alimenta un senso generale di impunità. E quando le regole non vengono fatte rispettare, finiscono per valere meno. In questa spirale discendente, chi è educato diventa la vera vittima: costretto a subire la prepotenza altrui, a vedersi occupato un parcheggio da piante e bidoni, a restare bloccato in una strada in macchina per 10 minuti perché il maleducato di turno ha parcheggiato in maniera tale da bloccarne il passaggio, a fare i conti con un ambiente che peggiora, a sentirsi straniero nella propria città.

E allora è giusto chiedersi: che messaggio stiamo trasmettendo alle nuove generazioni? Che le regole sono opzionali? Che chi rispetta il prossimo è un ingenuo? Che tanto nessuno controlla, e quindi tutto è concesso?

È per questo che, oggi più che mai, serve un segnale forte. Un appello che rivolgiamo direttamente al sindaco, all’assessore Di Lernia e al comandante della Polizia Locale: la città ha bisogno di una presenza più costante, più capillare e soprattutto più attenta dei vigili sul territorio. Non per perseguitare, ma per tutelare. Non per punire a tutti i costi, ma per ristabilire un principio fondamentale: le regole valgono per tutti. E chi le rispetta non può continuare a pagare per chi se ne infischia.

Settembre è il mese in cui si torna a scuola. Facciamolo tutti, simbolicamente. Ricominciamo dalla lezione più semplice e più importante: quella del rispetto. Per la città, per gli altri, per noi stessi.

Trani merita più educazione civica, più responsabilità e più amore. Ma soprattutto merita che chi la abita – ogni giorno – scelga di averne cura. Sul serio.”