Piazza Sant’Agostino, ufficialmente “Gradenico”, ha sempre rappresentato uno dei simboli forti di Trani. Da Porta d’ingresso del centro storico a luogo di benvenuto per i turisti (si fermano gli autobus di questa categoria) a luogo di ritrovo per agricoltori un tempo, ed oggi, in genere, di persone anziane, famiglie, migranti trapiantati a Trani ed ormai ben integrati nella nostra comunità (a Trani si integrano facilmente tutti, questa è una nostra prerogativa ed un pregio).
Un primo progetto di recupero, ormai atteso da anni, era, da tempo, imminente, ed era comunque diventato un tormentone annuale, coinvolgendo gli amministratori che avevano voluto, come si dice in gergo, “mettere il cappello” sull’operazione- recupero, annunciando più volte l’inizio (vicino) della messa a nuovo della piazza.
Ma era stato sempre un bluff, tanto che non c’era cascata manco la consigliera assessore regionale Ciliento, addetta ai rallegramenti, che infatti non s’era mai pronunciata.
Il luogo in verità, altro che chiacchiere, è stato oggetto d’insulto istituzionale, di mancanza di rispetto, di denigrazione indiretta poiché in questi ultimi anni nulla si è fatto per restituire, in attesa dei lavori veri e propri, un minimo di dignità. Per i tranesi questa piazza, oltraggiata e abbandonata nel modo che si è visto (degna d’un bombardamento) è divenuta una delle pietre dello scandalo da scagliare con maggiore frequenza verso l’attuale amministrazione. Permettere che una piazza di quell’importanza e di quel valore simbolico si riducesse a luogo caplestato e dimenticato, è equivalso, per molti tranesi, a sentirsi dire:” Di voi e della vostra Storia nulla ce ne fotte”.
Ora, con la notizia di un cambio di progetto, diffusa anche dall’ex consigliere comunale Maria Grazia Cinquepalmi, che porterebbe all’abbattimento dei maestosi ma malandati pini (sempre per cattiva manutenzione e non per colpa loro, a differenza di quanto affermato dai lecchini d’ordinanza:” I pini non vanno piantati in città, la loro natura porta a danni e guai”), ora, dicevo, con l’abbattimento imminente, anzi già cominciato, saremmo all’ennesima trasfigurazione e mutamento di un luogo simbolo, di un’icona cittadina, altro smottamento rispetto al decoro urbano che fu.
Perché non salvare i pini ricreando parti di terra più ampie e rifacendo la pavimentazione dopo aver allargato lo spazio occupato dalle radici? Vedi lavori fatti da un privato alla fine di viale De Gemmis, prima di giungere nel piazzale di Colonna. Con le temperature roventi delle prossime estati, non vedremo più anziani e non solo, che lì, sotto i pini, trovavano ristoro ed ombra, ma rischiamo di ritrovarci l’ennesimo slargo assolato e snaturato.
Il Comitato Pro piazza Sant’Agostino ha già giustamente fatto un esposto rivolto alle Istituzioni perché venga applicata, durante i lavori, una recinzione a beneficio dei passanti ma anche per evitare che i turisti in arrivo con gli autobus vedano l’imminente “scombussolamento”. Peccato che anche stavolta si sia proceduto allo “scappellamento” di una piazza senza chiamare in causa un parere di cittadini, di professionisti locali, di amanti della città che potessero esprimere proposte alternative. Niente: scappellamento sia, e manco un “ciuccio/ bestia” che ne pensi.”